Omicidio di Marilia, Grigoletto racconta e piange

Seconda udienza in Corte d’Assise a Brescia del processo a carico di Claudio Grigoletto, che ha preso la parola.
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Seconda udienza in Corte d’Assise a Brescia del processo a carico di Claudio Grigoletto, il pilota d’aerei accusato dell’omicidio di Marilia Rodrigues, la brasiliana uccisa a Gambara lo scorso 29 agosto.

Grigoletto, datore di lavoro, amante della brasiliana e padre del bambino che la giovane aveva in grembo,  ha raccontato la sua verità in aula rispondendo per oltre due ore alle domande della difesa e dell’accusa.
Stando al racconto di Grigoletto, la giovane hostess sarebbe stata uccisa al termine di una discussione relativa all’appartamento che i due stavano cercando: “Marilia aveva in mano le forbici e ha tentato di colpirmi alla gola, io l’ho presa per un braccio facendola cadere. Lei ha sbattuto contro lo stipite della porta e ha cominciato a perdere sangue dalla testa. Le gambe le tremavano e io le ho messo le mani al collo e ho stretto” ha raccontato Grigoletto che più volte è scoppiato in lacrime ricostruendo quanto accaduto.

“Non volevo credere a quello che avevo fatto - ha proseguito Grigoletto -  ma ero consapevole di averla uccisa. Quando ho capito che era morta ho aperto il gas della caldaia dell’ufficio. cosparso il corpo di ammoniaca e acido muriatico, poi ho messo i giornali e ho tentato di dare fuoco al corpo”.

Questo il racconto di Grigoletto, che poi ha spiegato come nei giorni precedenti all’omicidio avesse più volte pensato al suicidio a causa delle difficoltà economiche e perché sempre più in difficoltà a nascondere alla moglie, dalla quel ha avuto due bambine, la relazione clandestina con Marilia Rodrigues.

“Dopo l’omicidio sapevo che la verità sarebbe venuta a galla e che sarebbe stata solo questione di ore – ha aggiunto Grigoletto – ho sempre negato perché volevo godermi gli ultimi momenti felici con le mie figlie”. Il processo è stato aggiornato al prossimo 17 aprile per discussione e sentenza.

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