Oltre 50 figuranti alla storica processione di Rezzato

Il corteo per la Vergine fino al laghetto di Valverde si è concluso con il saluto dello storico bifolco
L’incontro fra la Vergine e il bifolco - © www.giornaledibrescia.it
L’incontro fra la Vergine e il bifolco - © www.giornaledibrescia.it
AA

Il gran caldo di questo torrido luglio, non ha impedito ieri a moltissimi rezzatesi di fare ala al passaggio della processione storica dedicata alla Beata Vergine Maria, in occasione della festa patronale di Sant'Anna. Un rito interrotto per due anni a causa della pandemia, capace di cogliere ancora la profonda devozione che lo ha animato sin dal principio.

Alle 10, al termine della messa solenne nella parrocchia di San Giovanni Battista presieduta da don Sergio Passeri, è iniziato il corteo.

Decine di rezzatesi assistono al passaggio del gruppo statuario della Beata Vergine e del bifolco - © www.giornaledibrescia.it
Decine di rezzatesi assistono al passaggio del gruppo statuario della Beata Vergine e del bifolco - © www.giornaledibrescia.it

Il rituale

Una coreografia consolidata, che impegna decine di volontari nell’organizzazione della processione che si tramanda da centinaia di anni e vede riportare il gruppo statuario della Beata Vergine e del bifolco preceduto da oltre 50 figuranti in accuratissimi costumi d’epoca, al Santuario di Valverde.

Qui, nel luglio del 1399, si racconta, avvenne una duplice apparizione di Maria e di Gesù al contadino. Il corteo, accompagnato dalle note della banda comunale e dalla voce narrante, si è snodato lungo le vie del paese.

Gli accuratissimi costumi dei figuranti - © www.giornaledibrescia.it
Gli accuratissimi costumi dei figuranti - © www.giornaledibrescia.it

Due i momenti salienti

Il primo poco dopo la partenza in piazzetta Romiglia. Qui il bifolco ha cambiato di passo, camminando all’indietro per essere di fronte alla Beata Vergine sino al laghetto dell’apparizione, dove si è svolto l’altro toccante passaggio: un colloquio fra Maria e il figlio Gesù tramite il bifolco. Una sequenza di grande intensità culminata con il lancio nell’acqua, di uno dei tre pani (simbolo rispettivamente dei tre castighi di Dio irritato dai peccati del mondo, di peste, fame e guerra) in segno di purificazione e, successivamente, recuperato con un piccolo tuffo da Mario il nuotatore che da 4 anni lo raccoglie nello specchio d'acqua.

Invece per il bifolco, figura centrale della storica processione impersonato da Guido Alberti, questa sarà l’ultima partecipazione dopo quasi 60 anni. Per questo è stato affiancato dal figlio Giordano che potrebbe prenderne il testimone.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia