Nuove autostrade e tangenziali

Anni di fermento per le infrastrutture: nascono la A21 nel 1971, la Ovest nel 1972 e la Sud nel 1975. La A4 aperta già nel 1962
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Tangenziali ed autostrade al servizio di una società in pieno sviluppo. Nuove vie di comunicazione, dirette e veloci, per favorire l’economia e la mobilità di uomini e merci. Nei primi anni Settanta vengono a conclusione diverse opere importanti per il territorio bresciano. A cominciare dalla A21 Brescia-Cremona-Piacenza, inaugurata l’11 novembre 1971. Lunga 87 chilometri, costata 40 miliardi di lire (una camera da letto si compra a 100mila lire, un televisore a 84mila, un soggiorno di lusso a 290mila), caselli a Manerbio e Pontevico, è una infrastruttura molto attesa, anche per il collegamento diretto con la Milano-Venezia da una parte, l’autostrada del Sole dell’altra. In realtà, il raccordo con la A4 e il casello di Brescia Centro sono ancora in costruzione; così come la bretella per la A1 a Fiorenzuola. Questione di pochi mesi, annuncia sul Giornale di Brescia il cronista che segue la cerimonia inaugurale, Gian Battista Lanzani, futuro direttore dal 1980 al 2005. I lavori per la A21 erano cominciati nell’inverno del 1967, mentre il progetto risale al 1963 e il nulla osta del Ministero dei lavori pubblici al gennaio 1966.

Da sei anni Brescia era collegata a Verona. Il primo tratto della A4 per Padova (agganciato alla Milano-Brescia attraverso il casello di Brescia Ovest) era stato inaugurato il 15 luglio 1960 in pompa magna dal ministro Giuseppe Togni. Undici miliardi la spesa. La trafila per arrivare a questo primo traguardo era stata piuttosto lunga: nel 1950 le Province coinvolte si erano impegnate a favorire la saldatura fra la Milano-Brescia (aperta nel 1931) e la Padova-Venezia per dare vita alla Serenissima, ma solo nell’estate del 1957 si era avviato il cantiere bresciano. L’intera tratta fino a Venezia fu finalmente percorribile dal 10 febbraio 1962.

Si pensava anche ad agevolare il traffico cittadino, costruendo le tangenziali. Il 15 novembre 1972 entrò in funzione la Ovest, appaltata nel 1965. Due miliardi e mezzo di spesa sostenuta dalle casse comunali, per quasi sette chilometri da Ponte Crotte a via del Serpente, nella zona industriale. Non era ancora allacciata alla Sud, mentre l’innesto su via Oberdan garantiva l’accesso alla Valtrompia e alla Valsabbia. La Sud fu invece completata nel luglio del 1975. Il primo tronco, dalla Mandolossa al raccordo autostradale di Brescia Ovest, era stato aperto nel settembre del 1972.

In quegli anni di iperattività stradale si guardava anche verso la Valtrompia. Con un ottimismo rivelatosi eccessivo: tanto più alla luce delle vicende che ancora tormentano la direttissima verso la Valle. Il 15 settembre 1971 il nostro giornale titolava: «Imminente la firma della convenzione per l’autostrada della Valtrompia». Il progetto esecutivo, spiegava il giornale, era già stato approvato dall’Anas di Lombardia e giaceva negli uffici della direzione generale dell’ente, a Roma, in attesa del via libera definitivo. Era pensata come il naturale prolungamento a nord della Tangenziale Ovest: iniziava alla Stocchetta per morire a Ponte Zanano, dove era era previsto il raccordo con Lumezzane. I lavori prevedevano una galleria di 200 metri a Noboli, due aree di servizio, bretelle di collegamento con la viabilità locale. Un’autostrada di 13 km, finita nel cassetto dei progetti inattuati. Adesso si spera nel nuovo progetto: forse è la volta buona che si parte...

Enrico Mirani

 

 

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