Nuova tessera sanitaria vittima della crisi dei microchip: tenere la vecchia

Il rischio è non accedere agli strumenti digitali della pubblica amministrazione
TESSERA SANITARIA, CRISI DEL CHIP
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Non si deve buttare la vecchia tessera sanitaria. Anche se è scaduta e se, nel frattempo (l’invio è iniziato da un paio di settimane), l’Agenzia delle Entrate ha recapitato quella nuova che durerà fino al 2028. Non lo si deve se quella nuova, al contrario della vecchia, è priva del quadratino dorato, il microchip, che consente l’accesso ad alcuni servizi. (Neglio invii attuali sono presenti lotti di tessere provviste di microchip)

Cosa si può fare con la nuova

La nuova versione è stata decisa dal ministero dell’Economia e delle Finanze con decreto dello scorso giugno. I dati riportati sulla nuova tessera sono invariati (nome, cognome, codice fiscale, luogo e data di nascita), tanto che il documento è valido per essere mostrato in farmacia per ricevere lo «scontrino parlante» necessario per eventuali detrazioni legate all’acquisto di farmaci - ma anche come codice fiscale. La nuova tessera senza chip dorato può essere usata anche come tessera europea assistenza malattia (Team) e da esibire in caso si abbia necessità di assistenza medica nei Paesi dell’Unione europea.

Cosa non si può fare

Con la tessera senza microchip non si possono più prenotare le visite specialistiche, ma non sarà più possibile nemmeno utilizzarla come Carta nazionale dei servizi per accedere agli strumenti digitali della pubblica amministrazione, come la firma elettronica, l’identificazione e l’autenticazione online.

L’alternativa

Non potersi servire della nuova tessera nei rapporti con le pubbliche amministrazioni non è un problema per i cittadini perché, di fatto, esistono già due alternative. L’accesso a questi servizi è assicurato dal possesso della Carta di identità elettronica o delle credenziali Spid (sistema pubblico di identità digitale). L’una e le altre sempre più diffuse tra la popolazione.

La proroga della vecchia

Se si vuole continuare ad utilizzare la vecchia Carta nazionale dei servizi (quella con il micrichip dorato) per accedere ai servizi della pubblica amministrazione, lo si potrà fare fino al 31 dicembre 2023. Si dovrà, tuttavia, estenderne la durata prima della scadenza accedendo al sito www.sistemats.it e usando l’apposito software messo a disposizione dal Ministero. Per l’operazione bisogna essere in possesso del codice Pin della vecchia carta. 

«Dal punto di vista dell’accesso ai servizi sanitari degli utenti, l’impatto è abbastanza circoscritto. Dei 18 milioni di accessi al Fascicolo sanitario elettronico registrati quest’anno in Lombardia solo il 2,3% è stato effettuato attraverso la Carta nazionale dei servizi - afferma Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia -. L’identità digitale Spid e la Carta d’identità elettronica sono valide alternative già utilizzabili e utilizzate. Inoltre è prevista, entro l’anno, la realizzazione di un nuovo servizio che consentirà al medico prescrittore la consultazione delle esenzioni dell’assistito lombardo attraverso l'inserimento del numero della tessera sanitaria».

Moratti rinnova un invito ai cittadini: «L’indicazione è nel frattempo di conservare la vecchia tessera con il chip, in modo eventualmente da poterla utilizzare, seguendo le indicazioni del Mef per l’aggiornamento del software». In ogni caso, ha spiegato Ettore Fiore, responsabile settore Welfare di Aria, l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti della Regione Lombardia, «il sistema di registrazione attraverso il lettore e la carta comincia ad essere datato ed è sicuramente più semplice da utilizzare per i cittadini la carta d’identità elettronica e lo Spid, due strumenti ormai ampiamente diffusi».

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