Numero unico 112: le perplessità e le risposte di Areu

In un incontro a Brend presentata anche una interrograzione alla Commissione Europea di Luigi Morgano
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È solo una percezione, o nel nuovo sistema della gestione dell’emergenza sanitaria basato sul numero unico 112 c’è qualcosa che non va rispetto a prima? È la domanda cui professionisti del soccorso e istituzioni stanno cercando di replicare.

Una parte di risposta è stata scritta a Brend con il primo di – è stato assicurato – una serie di incontri. Da una parte i numeri presentati da Areu: 3700 chiamate smistate al giorno, un minuto e mezzo per girare la chiamata a forze dell’ordine o Soreu alpina. Dall’altra, le segnalazioni di presunti malfunzionamenti ricevute da Movimento per i diritti del malato, sindacati, Ordine dei medici. A fare una prima proposta è stato il Collegio degli infermieri bresciani: “Gli infermieri tornino a rispondere al 118”. Il nuovo sistema andrebbe rivisto anche per Luigi Morgano, europarlamentare che ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea.   

 «Ritengo - ha spiegato - che agire a livello regionale e non statale sia stata una scelta profondamente sbagliata. Si è creata una frammentazione dannosa. La mia opinione è che la Commissione Europea debba intervenire in tempi rapidi, per individuare le eccellenze nazionali cui tendere e farle diventare prassi comuni, creando un modello unico efficiente».
 
«Purtroppo - precisa Morgano - le soluzioni adottate nel nostro Paese non solo coprono una percentuale ridotta di popolazione e territorio, ma allungano anche i tempi delle chiamate. Mentre nella stragrande maggioranza degli Stati europei il sistema unico funziona, nel nostro Paese il risultato è quello di una enorme frammentazione dove vi sono progetti ancora in fase pilota che mostrano numerose carenze. A differenza degli enti di soccorso che dipendono direttamente da un Ministero, degli Interni o della Difesa, nell’emergenza sanitaria non vi sono procedure, formazione e addestramento comuni». «L’attuazione della direttiva europea sarebbe più efficace accorpando le funzioni invece dei territori, attraverso la creazione di Centrali Operative Interforze che assicurerebbero al cittadino un solo interlocutore e quindi una risposta tempestiva».

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