Non solo medici e infermieri: adesso mancano anche i farmacisti

L’allarme lanciato dal presidente dell’Ordine Rastrelli: «Ma con il corso di laurea a Brescia siamo ottimisti»
"SERVONO PIU' FARMACISTI DI PROSSIMITA'"
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Ce ne sono 1.500, ne servirebbero molti di più. Almeno il 10% se si sommano i professionisti che scelgono di lavorare in farmacia e quelli che si distribuiscono in un mercato del lavoro che richiede sempre di più laureati in questa materia.

Dunque, dopo quella di medici e infermieri, anche la carenza di farmacisti inizia a farsi sentire. «Per questo, siamo sempre più convinti della bontà dell’apertura del corso di laurea in Farmacia all’Università degli Studi di Brescia, al quale sono iscritti ottanta studenti» afferma Francesco Rastrelli, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Brescia.

Professione determinante

Una carenza, tuttavia, che non riesce ad oscurare i «passi in avanti» che negli ultimi anni ha compiuto una professione che è ora riconosciuta a pieno titolo come determinante per il nostro Servizio sanitario.

«Da esperti dei farmaci a consulenti di fiducia, impegnati nel monitorare l’aderenza alle terapie, soprattutto tra i pazienti cronici, fino ad una ulteriore grande svolta che è stata quella del nostro ruolo di primo piano nella vaccinazione anti-Covid e antinfluenzale» continua Rastrelli. Che aggiunge: «Il periodo della pandemia ha messo in evidenza quanto fosse importante che i pazienti potessero trovare i farmaci nelle farmacie più vicine al loro domicilio. La nuova Legge di bilancio ha recepito questa necessità, una norma che noi farmacisti salutiamo con gratitudine».

Il via libera

La Legge, che ha avuto il via libera in Senato lo scorso 22 dicembre, prevede che, «al fine espresso di favorire gli assistiti nell’accesso al farmaco in termini di prossimità, entro e non oltre il 30 marzo 2024 e, successivamente, con cadenza annuale, l’Agenzia italiana del farmaco provveda ad un aggiornamento del prontuario della continuità assistenziale.

La misura è volta a incrementare i livelli di assistenza di prossimità, consentendo alla farmacie convenzionate col Servizio sanitario nazionale di dispensare farmaci ad oggi reperibili solo presso le farmacie ospedaliere, al primario scopo di favorire la dispensazione capillare del farmaco a favore della collettività attraverso la rete delle farmacie di comunità».

Il Servizio sanitario

Sono giorni di decisioni. Ma anche di celebrazioni, come quella della Legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale, approvata il 23 dicembre di 45 anni fa. «Ricordo che per il lavoro svolto durante la pandemia siamo stati insigniti dal presidente Mattarella della medaglia d’oro al «Merito della Sanità Pubblica».

Ebbene, in questi giorni è stata da più parti sottolineata l’importanza dei principi fondanti del nostro Servizio, quali universalità, uguaglianza ed equità - continua il presidente dell’Ordine -. Crediamo che si possa tutelare al meglio l’universalismo proprio rafforzando l’assistenza territoriale nella quale noi siamo, e siamo sempre stati, in prima linea. Lo siamo per competenza, affidabilità e capacità di dare risposte ai bisogni dei cittadini anche perché riferimento di prossimità».

Le azioni

Come garantire tutto ciò? «Attuando, ad esempio, un’efficace strategia di contrasto alla carenza di medicinali perché non dimentichiamo che siamo, soprattutto, farmacisti. Poi, chiedendo che si acceleri il riconoscimento in convenzione di molti servizi che già eroghiamo e che sia garantita la nostra presenza nelle équipe multidisciplinari in ospedale e fuori. Abbiamo un ruolo determinante nel processo di cura e nella prevenzione di molte patologie».

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