Non piove, fa più caldo del solito e l'aria è messa male

Le condizioni climatiche che ci stanno regalando un autunno insolitamente mite hanno fatto scattare l'emergenza smog
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Assenza di precipitazioni e venti deboli: le condizioni climatiche che ci stanno regalando un autunno insolitamente mite hanno fatto scattare l'emergenza smog

Con le centraline che già registrano, tanto in città quanto in provincia, valori superiori ai limiti consentiti dalla legge. Dal primo ottobre, da quando cioè è entrato in vigore il nuovo piano antismog condiviso da tutte le regioni del bacino padano, la giornata peggiore per Brescia è stata il 3 ottobre, quando tutte le centraline hanno registrato esuberi e si sono raggiunti picchi di polveri sottili superiori agli 80 migrogrammi per metro cubo d’aria, ma anche nei due giorni seguenti l'aria bresciana non si è risanata e se si considera che gli impianti di riscaldamento, tra i maggiori resposabili delle emissioni di pm10 in atmosfera, non sono ancora stati accesi, quello che ci attende rischia di essere un autunno critico sul piano dell'inquinamento. 

Probabile dunque che, salvo repentini cambiamenti climatici, ben presto scatteranno le prime limitazioni straordinarie, in aggiunta al blocco della circolazione per i veicoli più inquinanti già in vigore. 

Al quarto giorno consecutivo di superi, infatti l'allerta 1 comporterà blocchi anche per le auto diesel di classe emissiva fino all'euro 4 compresa e per i veicoli commerciali diesel fino agli euro 3, oltre che limitazioni all'utilizzo di stufe e camini e al riscaldamento domestico che non dovrà superare i 19 gradi. Norme ancora più restrittive dopo 10 giorni di superi, in particolare per i mezzi diesel commerciali. 

E se conoscere la classe di omologazione diventa fondamentale per evitare le multe, che possono raggiungere i 450 euro, chi ha una vettura datata rischia nei prossimi anni di doverla lasciare in garage. Gli euro 3 diesel dal primo ottobre del prossimo anno non potranno più circolare dalle 7.30 alle 19.30 dai giorni feriali. Dal 2020 lo stesso provvedimento interesserà gli euro 4 e dal 2025 gli euro 5.

 

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