Non è vero che non ci siano immigrati contagiati dal coronavirus

Gli infettivologi smentiscono la notizia circolata in rete: «Si ammalano di meno. L'ipotesi? Sono più giovani e dunque meno esposti»
Una donna orientale con la mascherina - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
Una donna orientale con la mascherina - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
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Non è vero che non ci siano immigrati contagiati dal coronavirus: sono gli stessi infettivologi a smentire la bufala circolata sul web secondo cui nessun immigrato è risultato positivo al Covid-19.

«I pazienti non italiani non sono tanti. Ce ne sono, ma pochi» ammette il primario degli Infettivi degli Spedali Civili, il professor Francesco Castelli. I motivi? «Per ora si possono fare delle considerazioni generiche. La popolazione straniera che vive in Italia è giovane e anche i giovani italiani sono meno colpiti rispetto agli anziani. Quindi parliamo di una fetta della società, a prescindere dalla provenienza, che è più al sicuro» spiega Castelli.

Identica considerazione del collega infettivologo in Poliambulanza Roberto Stellini. «Gli stranieri - dice - sono giovani e la malattia è poco espressa, o comunque in forma minore, anche tra i giovani bresciani quindi questo è il primo dato dal quale partire nell’analisi». 

I due medici, per provare ad inquadrare il dato relativo agli stranieri contagiati, non dimenticano anche la scarsa propensione degli immigrati a rivolgersi al servizio sanitario. Viene spesso preferito il sostegno delle comunità etniche di riferimento. Al momento, però, si possono fare solo ipotesi, mentre non convince la tesi secondo cui gli stranieri possano essere in qualche modo immuni perché vaccinati in tempi recenti contro la tubercolosi: «Non c'è nessuna evidenza scientifica», chiosa Castelli. 

 

 

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