No alla caccia, la Lega insorge: «Quel manifesto offende»

La scintilla che ha fatto divampare la polemica è scaturita da un’affissione apparsa a Sant’Eufemia. Nulla che non si fosse già visto negli anni scorsi in campagne in città che veicolavano il medesimo messaggio, ma stavolta quel manifesto di grande formato ha scosso qualche animo. Tanto da indurre il consigliere regionale Floriano Massardi, vicecapogruppo della Lega al Pirellone e natali valsabbini, terra di caccia, ad intervenire pubblicamente. La nota. «Il dibattito sulla caccia dovrebbe mantenersi nei limiti del rispetto dell’opinione altrui e della decenza, senza sfociare in messaggi di tipo violento o aggressivo» ha detto.
Pietra dello scandalo, il manifesto firmato, tra gli altri, da Leal - Lega Antivivisezione che raffigura mani grondanti sangue su sfondo nero e la citazione «La caccia sarebbe uno sport più interessante se anche gli animali avessero il fucile».
«Si tratta di una campagna nazionale che denuncia, come avviene nelle campagne contro l’impiego degli animali nei circhi piuttosto che sulle condizioni negli allevamenti intensivi, il maltrattamento che viene imposto a diverso titolo, sperimentazione dei farmaci compresa» sottolinea Giorgia Bruni, già voce dal 2016 della Leal di Brescia.
«Non offendiamo, ma vogliamo denunciare quella che non riteniamo un’attività sportiva, ma sofferenza. Per noi lo sport è altro. L’immagine è forte, ma deve toccare le coscienze e smuoverle. Nessuno può sentirsi oltraggiato o offeso».
Ma Massardi alza il tiro: «Solo in Italia assistiamo da anni a una demonizzazione della figura del cacciatore, mentre nel resto del mondo la percezione è ben differente, anche da parte delle associazioni ambientaliste».
Secondo Massardi «il cacciatore svolge da sempre un’attività a favore dell’ambiente, delle zone boschive e della loro conservazione, contribuendo a mantenere intatto l’ecosistema, a tutto vantaggio della flora e della fauna. Il contenimento della fauna selvatica è essenziale anche per salvare vite umane dai ripetuti incidenti stradali, spesso mortali, causati da ungulati sempre più fuori controllo». Inoltre, secondo il consigliere regionale, «è ben nota l’attività benefica svolta dalle associazioni venatorie, mentre non trovo traccia di donazioni provenienti dall’opposto fronte animalista. Infatti nell’emergenza Covid19 la solidarietà dei cacciatori ha dato come risultato la raccolta di oltre 2 milioni di euro, donati alle strutture ospedaliere e sanitarie, con la provincia di Brescia che si è distinta quale la più generosa d’Italia. Invito chi ha affisso quel manifesto a rimuoverlo e ricordo che un loro parente o amico potrebbe essersi salvato dal Covid grazie alla generosità dei cacciatori. Riflettiamo su questo prima di veicolare messaggi pericolosi, dai quali si deduce l'equazione cacciatori=assassini».
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