No al declassamento dell'Ufficio scolastico di Brescia

Una scelta che i consiglieri bresciani ritengono «irragionevole e ingiustificata»
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Riportare Brescia a sede titolare anziché secondaria degli Uffici scolastici territoriali, così come invece è stato deciso dal Ministero dell'Istruzione nella riorganizzazione operata a livello nazionale attraverso un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nell'aprile 2015. Un declassamento che comporta la nomina annuale di un reggente dell'Ufficio scolastico provinciale, con un incarico parziale anziché permanente ed esclusivo, in una provincia che per numero di studenti, di scuole, di docenti e per la qualità dell'offerta didattica è seconda solo a Milano.

Una scelta che i consiglieri bresciani ritengono «irragionevole e ingiustificata», tanto da chiedere alla Giunta regionale, attraverso una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale (primo firmatario Mauro Parolini, Lombardia popolare), di intervenire presso il Ministero per far ripristinare «la piena funzionalità e operatività» dell'Ufficio.

Intervenendo nel corso del dibattito, l'assessore all'Istruzione Valentina Aprea ha assicurato che, «pur non nascondendo le difficoltà di riuscita», interverrà a livello governativo sulla questione «che dimostra come la richiesta di autonomia da parte della Lombardia su determinate materie intende proprio questo: determinate assegnazioni dipendono dalla conoscenza profonda dei bisogni territoriali».

 

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