No ai domiciliari, Nicoli Cristiani resta in cella
Il gip Bonamartini del Tribunale di Brescia ha rigettato la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal legale di Franco Nicoli Cristiani «ritenuto che i numerosi ingressi in carcere comunicati a questo ufficio da parte di consiglieri regionali ed esponenti politici per far visita all’indagato mostrano positivamente la persistenza della fitta rete di relazioni in capo a Nicoli». Lo si legge nell’ordinanza firmata dal giudice.
Nonostante le dimissioni da ogni carica pubblica ed istituzionale rassegnate ieri del 68enne politico bresciano, scrive il gip, «non appaiono elementi tali da far ritenere scemate le esigenze cautelari, ove si consideri che l’attività di Nicoli si è spiegata non solo nell’ambito delle cariche formali dallo stesso rivestite, ma anche e soprattutto facendo uso del peso politico e delle conoscenze all’interno dell’amministrazione regionale»
Ad incidere sulla scelta del giudice anche la deposizione resa da Pierluca Locatelli. L’imprenditore bergamasco aveva dichiarato che i 100 mila euro trovati nell’abitazione di Nicoli Cristiani sarebbero stati solo la prima rata di una tangente da 200 mila euro.
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