Nel 2022 la giustizia civile accelera, il penale rallenta: i dati

La giustizia bresciana va a due velocità. Quella civile ha il piede sull’acceleratore, quella penale sul freno. A dirlo sono i dati del ministero di Giustizia elaborati dai vertici degli uffici giudiziari del distretto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in programma oggi a Palazzo di Giustizia e in diretta dalle 10 su Teletutto.
Giustizia civile
Partiamo dalle notizie buone. Dal settore civile. Gli inglesi lo chiamano clearance rate, non è altro che un indicatore con il quale si misura la capacità di un sistema giudiziario di smaltire i procedimenti sopravvenuti. Se misura più di 1 significa che sono stati smaltiti più fascicoli di quanti ne sono entrati, se misura meno di 1 il contrario. Nel 2021 la Corte d’appello ha totalizzato 1,46 e nei primi sei mesi del 2022 1,38. Bene ha fatto anche il Tribunale di Brescia passato da 1,16 a 1,15 e comunque sopra la media dei tribunali d’Italia che si attesta a 1,14. Clamorosa l’accelerazione impressa tra il 2021 e il primo semestre del 2022 dalla Corte d’appello bresciana alla voce arretrato: le pendenze sono diminuite rispettivamente del 5,5% e del 25,7% rispetto ai dati del 2019. Ad incidere, si dice negli ambienti, sono due fattori.
La Corte d’appello non si occupa più di protezione internazionale, capitolo che ingolfava e non poco i suoi ruoli, ed è sempre meno interpellata dai cittadini. La crisi economica, anche prima delle bastonate inferte dal Covid, ha pesato sulla voglia di proporre ricorso, anche solo per dilatare i tempi e allontanare il momento della verità e di mettere mano al portafogli.
L’arretrato, dopo due anni in cui si è smaltito lo zerovirgola, è invece aumentato in Tribunale e si attesta al 4,7%. Anche in questo caso ad incidere sono le cause di protezione internazionale, ma in senso opposto rispetto alla Corte d’appello. Ampliando il periodo da esaminare le notizie migliorano. Dal giugno 2017 al giugno 2022 le pendenze in primo grado in materia di contenzioso e di volontaria giurisdizione, quindi anche di famiglia, si sono ridotte del 21,5%, mentre quelle in materia di esecuzioni e fallimenti addirittura del 42,4%.
Giustizia penale
Le notizie brutte arrivano passando agli affari penali. Gli unici dati positivi, tra quelli messi a disposizione dal ministero di Giustizia, sono quelli raccolti dalla Corte d’appello, sia in termini di clearance rate (1,15) che di smaltimento dell’arretrato (-3,9%). Tutt’altra tendenza nei tribunali del distretto. Il dato - nonostante vada preso con le pinze per una serie di fattori, a partire dalla circostanza che non sempre i risultati sono aggiornati in tempo reale - è impietoso soprattutto per quelli di Bergamo (negativo nonostante sia migliorato rispetto al 2021) e proprio di Brescia (che invece resta in linea rispetto al periodo precedente).
Le pendenze nel primo caso sono aumentate del 33,9%; nel secondo del 20,6% rispetto al dato di partenza del 2019. Se ci si allontana dal quadro per allargare lo sguardo all’ultimo quinquennio si scopre, dati ministeriali alla mano, che le pendenze penali sono aumentate del 55,1%. Perché? La risposta degli addetti ai lavori è netta: la notevole sofferenza è il frutto dell’incapienza degli uffici giudiziari, in termini di personale tanto amministrativo, quanto giudicante. Brescia (e pure Bergamo) sono in cima alla classifica dei tribunali d’Italia per rapporto tra affari e personale. Tantissimi fascicoli, pochissimi giudici e cancellieri chiamati a smaltirli.
«Sul dato non incide l’aumento dei reati - ha detto al Giornale di Brescia il presidente della Corte d’appello Claudio Castelli - cresciuti solo dell’1%. Manca ancora personale e le soluzioni adottate dal legislatore non sembrano destinate a venirci in soccorso. Il tema non è quello della procedibilità d’ufficio o a querela di parte, ma di una seria depenalizzazione. Senza quella, senza un aumento del contingente, il sistema penale non ne verrà mai fuori».
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