Nei centri per l’impiego arriva l’interprete della lingua dei segni

Per i sordi essere affiancati da qualcuno che parla la lingua dei segni facilita la ricerca del lavoro
LAVORO, LA RICERCA E' IN LIS
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Un interprete della lingua dei segni nei centri per l’impiego del Bresciano. Il servizio, promosso dalla Provincia in collaborazione con l’Ente nazionale sordi, faciliterà i colloqui di un’utenza che finora non aveva grandi possibilità di accesso autonomo nell’ambito del piano provinciale disabili.

Gli uffici bresciani sono all’avanguardia: lingua dei segni non è una forma abbreviata di italiano, una mimica o un codice, ma una lingua vera e propria, per cui è necessario avere a disposizione un interprete esperto.

Nei centri per l’impiego si svolgono colloqui specialistici per individuare le competenze delle persone e orientarle verso scelte lavorative consapevoli e per stendere un curriculum vitae da inviare a potenziali datori di lavoro. E così, grazie all’Ente Nazionale Sordi, è stato possibile attivare uno sportello dedicato agli utenti sordi. Questo nuovo servizio renderà più accessibile il percorso di ricerca del lavoro per le attuali 75 persone sorde (41 maschi e 35 femmine) iscritte al collocamento mirato.

Basterà una e-mail di richiesta appuntamento (ci-brescia@provincia.brescia.it per la città) ad uno degli uffici sul territorio di riferimento di tutti i Comuni per ottenere l’intervento dell’interprete Lis. La Provincia di Brescia corrisponderà ad Ens un compenso di 10mila euro a rendicontazione delle spese sostenute. «Questo protocollo d’intesa - hanno commentato il presidente della Provincia Samuele Alghisi e Filippo Ferrari, consigliere con delega al Lavoro e Formazione - è molto significativo perché risponde ad un bisogno sentito. Crea opportunità che mancavano per carenza di comunicazione e consente ai sordi di entrare nel mondo lavorativo a pieno titolo».

Sulle difficoltà dell’avviamento al lavoro si è soffermato il presidente dell’Ens Franco Pedrali, affiancato dall’interprete Michela Pedrali, ricordando che le persone sorde (censite a Brescia e provincia sono 816, iscritte all’ente 600) hanno tantissime capacità che possono essere messe a frutto in tutti i settori. «Siamo una piccola comunità – ha precisato – che fa amicizia con il mondo e scambia esperienze».

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