Naufraghi dopo la festa sull'Isola dei Conigli

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Quasi come una puntata di «Lost» - così l'ha definita qualcuno - con un tocco d'«Isola dei Famosi». E appunto l'isola, seppure distante mille miglia dagli atolli del Pacifico, effettivamente c'era. E l'isolamento assoluto, a un certo punto, pure.
Così il violentissimo temporale che ha spazzato domenica sera il lago di Garda ha trasformato il Summer Party all'Isola di San Biagio - conosciuta ai più come Isola dei Conigli - nel set di una notte alla «Cast Away». Solo che invece di un singolo naufrago, «sperduti» a poche centinaia di metri dalle banchine di Porto Torchio a Manerba, c'erano alcune centinaia di giovani in costume da bagno.

Paradossi da nubifragio improvviso. Perché, sebbene l'isola si trovi solamente a una decina di minuti dalla costa, a partire dalle 23 di domenica sera si è ritrovata completamente isolata. Impossibili i trasporti via chiatta programmati dagli organizzatori a causa delle avverse condizioni meteo, col Benaco ingarbugliato e i venti imbufaliti a rendere la acque impraticabili.

Provvidenziale l'intervento della Guardia costiera, che ha mobilitato di concerto i mezzi dei Vigili del Fuoco di Brescia e Verona, dei Carabinieri di Salò e dei Volontari del Garda, consentendo ai circa 500 «naufraghi» di fare ritorno a casa sani, salvi e parecchio bagnati dopo un'attesa durata oltre tre ore.
Tutto è cominciato intorno alle 23, quando il cielo sopra San Biagio ha cominciato a mandare bagliori di tempesta, seguiti a breve da raffiche di vento fortissimo che hanno messo le ali ad asciugamani e tensostrutture disseminati sull'isola. Segnali d'allarme che non hanno scoraggiato ragazzi e ragazze in festa, che hanno continuato a ballare sotto i due palchi. Almeno il doppio i partecipanti al Summer Party, la metà dei quali si sono però mossi per tempo, raggiungendo la terraferma al primo calare del buio.
Eppure i primi scrosci non hanno interrotte le danze, proseguite sotto la pioggia per almeno un'ora, coi costumi da bagno inzuppati e il prato trasformato in una piscina da ballo. Solo chi è fuggito alla chetichella verso la passerella d'approdo, in cerca di un passaggio verso casa, si è reso conto dell'improvviso isolamento forzato. Onde alte, niente chiatte e trasferimenti bloccati.

Così all'ora di Cenerentola è cominciata la lunga notte dei «naufraghi» dell'Isola dei Conigli. La pioggia iniziale ha lasciato il posto a un acquazzone violentissimo che ha sbatacchiato casse e consolle, imponendo lo spegnimento definitivo della musica e il disarmo dei palchi, diventati in pochi minuti un rifugio dall'acqua battente. Allo stesso scopo sono serviti i cinque ombrelloni, utilizzati al modo di capanne, e la casupola in cemento dei bagni. Il rifugio più ambito, riservato a pochi lungimiranti, è stato individuato nel chiosco, fonte unica di generi alimentari e bevande, che sono state dispensate a piene mani ai profughi intirizziti. All'occorrenza sono stati anche distribuiti centinaia di sacchi neri, indossati fino ad esaurimento scorte. Qualcuno, per sopperire alla mancanza, è arrivato a rovesciare i cestini dello sporco, per recuperare un poco di telo impermeabile e pure il bancone del bar provvisorio è stato divelto per diventare casetta. In tutto questo c'è chi si è addormentato e chi si è messo a cantare alla maniera di Gene Kelly, qualcuno aspettava sulla riva del lago «un pedalò con lo scivolo per tornare a casa». Qualcuno si è scocciato, in molti hanno avuto freddo e tutti si sono bagnati, stretti stretti in fila sul pontile in attesa dei soccorsi. Che a partire dall'una hanno avviato il trasporto assistito dei «naufraghi». Ci sono volute ore e una sequela di andirivieni per riportare tutti i «Robinson» a terra. Gli ultimi, già quasi asciutti, hanno toccato terra alle 3.
Ilaria Rossi

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