Museo di Scienze Naturali: la cronistoria dall'inagibilità ai progetti per il futuro

Ripercorriamo la storia del complesso museale di Via Ozanam a Brescia
Il museo di Scienze naturali -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Il museo di Scienze naturali - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Brescia avrà il suo nuovo Museo di Scienze naturali, e sarà sempre in via Ozanam, nella sua sede attuale. È stato deciso stamattina in Loggia, dove è stato presentato lo studio di fattibilità dai progettisti dello studio Tectoo.

L'attuale struttura verrà demolita e sarà creato un nuovo polo scientifico culturale, con un edificio composto da due corpi di fabbrica e un ampio spazio verde formato da un collegamento tra il parco Marconi e il parco Lussignoli. La storia del Museo parte, però, da molto lontano.

 

Ripercorriamo l'iter travagliato che ha portato il comune al progetto attuale:

2010  

Museo di Scienze - © www.giornaledibrescia.it
Museo di Scienze - © www.giornaledibrescia.it

Per ammodernare la struttura si tenta di inserirla in un polo museale accanto al Musil (museo dell’industria e del lavoro) all’interno del comparto Milano. L'allora assessore della Cultura, Andrea Arcai, e la collega dell’Urbanistica, Paola Vilardi, affermano che «vanno rivisitati gli elementi inizialmente previsti in quello spazio». L'idea è quella di «valorizzare meglio contenitori e contenuto». L'area del museo delle Scienze, una volta trasferito il museo nel comparto Milano, sarebbe potuto diventare un luogo di aggregazione, magari con un parco, che rimanderebbe alla sede originaria del museo di Scienza.  

Il progetto si sarebbe potuto realizzare solo una volta ultimato il Musil. Infatti, l’Amministrazione intende investire in grandi poli museali all’avanguardia, che guardano alla tecnologia e alla ricerca.  

2014  

Emilio Del Bono
Emilio Del Bono

Secondo il sindaco Emilio Del Bono, la questione che riguarda il museo di Scienze naturali è «uno dei temi nell’agenda 2015». A gestire i nuovi lavori l’assessore all’Ambiente, Gianluigi Fondra, che promette di costituire un nuovo gruppo di lavoro che si occuperà del museo, sempre nella sede originale in via Ozanam, con l’obiettivo di costituire una rete mista tra pubblico e privato. Una Fondazione mista che abbia ben chiari gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli, in grado poi di partecipare ai bandi pubblici.  

La gestione ordinaria del museo costa attualmente al Comune circa 400mila euro. Si ha l’idea di creare un polo scientifico all’avanguardia su più livelli, in primis sulla divulgazione scientifica e naturalistica. Il museo è l’unica struttura non inserita nella gestione comunitaria della rete museale cittadina, voluta e coordinata dalla vicesindaca, Laura Castelletti. Si fa strada la consapevolezza che Brescia potrebbe diventare un punto di riferimento per il confronto sui temi ambientali.   

2015  

Uno scorcio di Palazzo Loggia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio di Palazzo Loggia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

La Regione, a seguito di un giro ispettivo, sospende la qualifica al polo civico del Museo. La Loggia ha sei mesi di tempo per procedere con i lavori di adeguamento al museo. Nell'atto di notifica del dirigente Claudio Gamba si legge: «Nel caso in cui il museo non abbia provveduto a regolarizzare la propria posizione, la Giunta regionale provvederà a disporre la decadenza». In questo modo si bloccherebbe la possibilità di accedere ai bandi regionali e ai finanziamenti pubblici.  

Quello del Museo è un problema che la Giunta ha presente da tempo. L'operazione di salvataggio guidata dall’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra si divide in due fasi: nella prima, si punta a salvare il Museo, dato che sono utilizzati solo il 40% degli spazi totali. La seconda fase è caratterizzata dalla progettazione: il restante 60% potrebbe far parte di una sorta luogo adibito ad attività divulgative, creando una rete con il Parco dell’acqua.  

2016  

Entro dicembre, sempre sotto la guida dell’assessore Fondra, si pensa a raccogliere il dossier con le Idee su come riorganizzare gli spazi. Il problema è sottolineato più volte sia dagli utenti che dal Comune, che dopo due anni di approfondimenti è pronta a lanciare la «Casa delle scienze innovative».  

Per Fondra, si deve cercare di «superare la visione della semplice divulgazione scientifica», e questo progetto «non può essere avviato dalla sola Amministrazione comunale», ma è necessario coinvolgere anche le realtà territoriali, dalle associazioni alle scuole. Il Museo delle scienze sarà improntato sulla sostenibilità, inserito in un polo più moderno e competitivo. Si cerca di costruire partendo da quello che già c’è, ma lasciando spazio anche a quello che manca. La struttura è sviluppata su 5.028 metri quadrati, su quattro piani fuori terra e uno interrato.  

Maggio 2019  

Una panoramica della cittadella industriale Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
Una panoramica della cittadella industriale Caffaro - © www.giornaledibrescia.it

Si decide che il Museo dovrà diventare un punto di riferimento della multimedialità, per la didattica, la ricerca e la sostenibilità ambientale, non più nella sede originale di via Ozanam, ma negli ex uffici della Caffaro, diventando la «casa della cultura scientifica della città». La decisione arriva dopo mesi di studi e approfondimenti preventivi. Questo perché ristrutturare la sede attuale è troppo costoso, una somma tra i 7 e i 10 milioni.  

Il Museo alla Caffaro in via Milano sarà più spazioso, a pochi passi dal Musil e dalla nuova stazione ferroviaria Borgo San Giovanni. L'operazione sarà di quattro anni, ma entro la fine dell’anno si pensa di arrivare allo studio di fattibilità. Per quanto riguarda i fondi, l’idea è quella di partecipare al bando di Fondazione Cariplo. La sede attuale verrà messa in vendita, ma la Loggia vorrebbe destinarla a servizi pubblici. Per la vicesindaca Laura Castelletti: «Quello di dare una casa autorevole al Museo di scienze della città è un obiettivo del nostro mandato e ci è stato chiesto dai cittadini e dalle associazioni». Dopo anni di precarietà il percorso sembra veramente tracciato, soprattutto con la scelta di via Milano, dal forte valore simbolico.  

Luglio 2019  

L'ingresso della Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso della Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it

Si lavora per la nuova sede, ma il museo è considerato in parte inagibile, per un 60%. Resta aperta al pubblico e visitabile solo la zona del piano terra, circa 400 mq, dove è esposta una parte della collezione. Anche all’auditorium non è possibile accedere. La nuova sede sarà in via Milano, sempre negli ex uffici della Caffaro. Dopo la pausa estiva, con la vicesindaca Laura Castelletti alla cabina di regia, si penserà ad un piano per traghettare la struttura. Il Comune avrà anche il compito di individuare magazzini e depositi nei quali riporre i reperti del museo conservati al piano interrato della struttura originaria.  

L'operazione parallela è quella del team incaricato di pensare alla nuova sede negli 8mila metri quadrati sui quali si sviluppano le «torrette» della Caffaro. L'area dovrà essere acquisita dal Comune in primavera, ma obiettivo della vicesindaca è quello di candidare il futuro Museo di scienze al bando Emblematici della Fondazione Cariplo. Secondo piani, il progetto definitivo dovrebbe essere pronto entro l’estate del 2020, poiché nel frattempo il volto di via Milano sarà composto dal via della bonifica nella fabbrica, dal Musil e dal nuovo teatro.  

Agosto 2019  

La sede principale del Museo in via Ozanam, una volta dismessa, potrebbe diventare un polo pediatrico cittadino. Una sede sanitaria dell’Ospedale Civile di Brescia, un polo pediatrico d’eccellenza arricchita dal pronto soccorso e collocato a pochi metri dall’edificio principale. 

Intanto l’Amministrazione punta a consegnare alla città il nuovo museo entro fine mandato, nel 2023. Laura Castelletti definisce il nuovo polo museale in progettazione: «La Pinacoteca di questo secondo mandato». La Loggia aveva però anche considerato la via della ristrutturazione per la sede attuale, ma per una riqualificazione sarebbero serviti tra i 7 e gli 8 milioni di euro.  Per il nuovo progetto si pensa all’idea del «temporary museum», un palinsesto museale che stabilirà un collegamento tra il Museo delle scienze e il Musil.  

Oggi

Il Museo di Scienze Naturali di Brescia è stato aperto al pubblico per la prima volta nel 1983. Quasi quarant’anni dopo verrà demolito, per lasciare il posto ad una struttura che guarda all’innovazione e al futuro. Per vedere i risultati bisognerà aspettare il 2026, ma i presupposti affinché il Museo civico di Scienze naturali possa continuare ad esistere ci sono tutti.  

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