Mucche del Cichì, dopo il sequestro il Comune le mette in vendita

I bovini erano stati prelevati dalla cascina a febbraio per le condizioni in cui erano tenute dall'agricoltore 90enne
Le mucche del Cichì in una foto d’archivio - © www.giornaledibrescia.it
Le mucche del Cichì in una foto d’archivio - © www.giornaledibrescia.it
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Le mucche superstiti del Cichì finiscono all’asta: gli otto bovini ancora in vita dei diciotto sequestrati a febbraio 2021 all’anziano agricoltore di Manerba saranno ceduti al migliore offerente.

È, forse, l’epilogo di una vicenda amara che si trascina da anni: «Diversamente - sottolinea il sindaco, Flaviano Mattiotti - non avremmo potuto agire: restituendo le mucche, avremmo infranto la legge». Il sequestro, l’ultimo in ordine di tempo, risale al febbraio 2021: una relazione di Ats l’ha reso inevitabile alla luce delle condizioni in cui gli animali venivano tenuti dall’anziano agricoltore.

Francesco Toselli, ultra novantenne, non si è dato mai pace: ha scovato l’azienda presso la quale erano ospitate e quasi ogni giorno è andato a trovare le sue bestie. Si è preoccupato quando alcune di loro sono morte: dieci, delle diciotto sequestrate a febbraio. Per riaverle indietro, avrebbe dovuto ottemperare a una serie di prescrizioni per rimettere in sesto la stalla e tenerle così in condizioni di sicurezza: per le mucche stesse, ma anche per gli altri.

Non è capitato di rado, in passato, che i bovini uscissero dalla proprietà del Cichì e si mettessero a pascolare là dove non avrebbero dovuto, creando disagi e pericoli. Come non ricordare la volta che una mucca finì in una piscina della zona? Dovettero intervenire i Vigili del fuoco per recuperarla. Arrivare al sequestro, per il sindaco Mattiotti, è stato necessario. Così come ora è necessaria la vendita: «Più volte in questi mesi ho incontrato l’agricoltore e gli abbiamo lasciato molto più tempo del dovuto per sistemare la stalla e tornare così ad accogliere almeno qualche animale. Ci spiace, ma ora il procedimento deve seguire il proprio corso».

Anche per provare a recuperare un poco dei denari spesi in questo periodo per il mantenimento dei bovini: il prezzo pattuito per le 18 bestie al giorno era di 90 euro, poi ridotto in proporzione a seguito della morte dei vari capi. Da febbraio, insomma, circa diecimila euro. Fino al 19 gennaio gli interessanti potranno presentare la propria offerta: si parte da un minimo di 1,20 euro al chilo. Che per mucche di circa cinque quintali fanno 600 euro a capo.

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