Movida, non solo Carmine: come è affrontato il fenomeno in provincia di Brescia

Mentre in Carmine a Brescia è ufficialmente entrata in vigore l'ordinanza che vieta ai locali del Carmine di vendere alcolici e cibo dall'una di notte alle sei del mattino nei giorni del fine settimana, anche nel resto della provincia da tempo si sperimentano soluzioni per far convivere vita notturna e serenità dei residenti.
Questi alcuni esempi che arrivano dalle zone più frequentate nelle notti di divertimento nel Bresciano.
Sul Garda
La strategia del presidio coordinato e incisivo paga eccome. Ne è convinto il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno, ne è parimenti convinto il primo cittadino di Manerba, Flaviano Mattiotti. Due Comuni, che negli anni scorsi hanno patito, e in maniera piuttosto pesante, il fenomeno della «movida molesta».
Così se dal fronte manerbese tutto è pronto per ricominciare allo stesso modo dell’anno scorso («perché ha pagato», conferma Mattiotti), sul fronte di Desenzano vale lo stesso: «Dall’oggi al domani può cambiare tutto perché mai si può sapere - commenta Malinverno -, ma il sistema di controllo è collaudato e funziona». Come non ricordare la rissa alla Maratona? Ne uscirono quattordici arresti, era il 2019. Come non ricordare le infinite estati dei residenti della zona tra la Romantica e il Torchio, a Manerba? Durò praticamente fino all’anno scorso, quando il Comune mise in atto quella serie di misure confermate anche per quest’anno.
«Dal prossimo fine settimana - conferma dunque dal suo fronte il sindaco Mattiotti - prendono servizio gli steward: presidieranno per tutta la notte l’area maggiormente interessata dalla presenza di giovani e giovanissimi, e dunque Torchio e Romantica, effettuando ronde a piedi o in bicicletta. In più, abbiamo prolungato gli orari degli agenti della nostra Polizia locale e siamo in stretto contatto con i carabinieri».
Pronti dunque, in un’ottica di prevenzione. Stessa ottica dell’ordinanza emanata l’anno scorso, mai revocata e dunque ancora in vigore: il divieto di accesso ai pontili tra le 23 e le 5 del mattino. Un deterrente, per far sì che magari i più chiassosi e molesti evitino di finire le loro serate con bagordi in riva al lago. Anche a Desenzano strategia che vince non si cambia. Ed è una strategia concordata «ai piani alti», con Prefettura e Questura: «Esiste una rete di condivisione - specifica dunque Malinverno - per cui, ciascuno per le proprie competenze, si cerca di tenere tutto sotto controllo, presidiando e monitorando».
In campo Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia locale: un fronte comune «incisivo e organizzato tra Forze dell’ordine e Locale - continua il sindaco - che sta funzionando. Il lago del resto è un ecosistema delicato anche da questo punto di vista: ci sono interessi, opportunità, è facile divertirsi. È giusto venga attenzionato in maniera particolare».
In Franciacorta
In Franciacorta la movida è da tempo al centro delle riflessioni delle istituzioni, chiamate a contemperare la voglia dei giovani di vivere la notte e la tranquillità dovuta ai residenti. Uno dei punti sensibili, e non da oggi, è l’area a cavallo tra Rovato e Iseo che ha per baricentro del divertimento la discoteca Number One di Corte Franca.
I numerosi eventi previsti, dai concerti ai dj set soprattutto di musica trap e reggaeton, richiamano migliaia di persone. Se dentro il locale la sicurezza è garantita dai gestori, lungo le strade antistanti e giù fino alla stazione ferroviaria di Rovato non sono mancati i problemi tra code chilometriche, schiamazzi e comportamenti decisamente sopra le righe. Da qui la decisione della Prefettura che, poche settimane fa, ha elaborato un decalogo di buone pratiche tra bus navetta e controlli nei punti più sensibili, coinvolgendo la proprietà e i sindaci della zona. Luglio, al riguardo, sarà il mese della prova del nove per capire se si sia raggiunto un punto d’equilibrio o sia necessario un ulteriore giro di vite.

Più a sud, nella stessa Rovato, il periodo post Covid19 ha visto un ritorno in grande stile della presenza di persone in centro storico. Alle classiche trattorie e locande, figlie dell’antico retaggio commerciale della capitale della Franciacorta, si sono aggiunti ristoranti di livello, bar e locali, in particolare attorno all’asse compreso tra piazza Cavour, la salita che conduce alla Parrocchia Santa Maria Assunta e piazza Palestro. Durante la scorsa bella stagione non sono mancate le lamentele dei residenti, a cui l’Amministrazione comunale sta rispondendo lungo tre direttrici.
Da un lato, i controlli della Polizia locale per chi supera i limiti della civile convivenza; dall’altro, soprattutto durante l’estate, con una lunga serie di iniziative culturali - dal Cinema sotto le stelle alla musica, dalla presentazione di libri a veri e propri Festival, come il recente Pour Parler - nell’ottica di popolare il centro storico di un pubblico più ampio rispetto a quello solamente relativo ai bar. Infine, il controllo sulle autovetture, con la chiusura di piazza Cavour e delle zone limitrofe dopo le ore 20. Un approccio a 360 gradi per cercare di fare incontrare la voglia di stare insieme all’aria aperta con l’esigenza del riposo. I prossimi due mesi diranno se la sfida rovatese per ammorbidire la movida avrà avuto successo. (Daniele Piacentini)
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