Mottinelli (Centrosinistra): «Energia, acqua e lavoro: sostenere chi vive e lavora in valle»

Dopo una vita nelle istituzioni locali punta a portare le istanze della Vallecamonica a Roma. L’ex presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli si appresta ad affrontare la sfida, tutt’altro che semplice, nel collegio uninominale Valli.
Di cosa ha bisogno questo territorio?
«Vivo in un territorio ricco di risorse naturali: foreste, acqua, ambiente da vivere. Il mio impegno è perché queste potenzialità possono rendere interessante viverci o trasferirsi. Vorrei che la produzione di energia idroelettrica, fotovoltaica e da biomassa vegetale possa essere messa a disposizione in loco creando Comunità energetiche rinnovabili, che abbattano i costi dell'energia. Voglio lavorare per ottimizzare la gestione delle foreste e la valorizzazione dei crediti di carbonio; perché la risorsa acqua sia gestita con una rete di acquedotti consortili e vasche di accumulo: "Acquedotti di Valle", per poterne disporre nei momenti di siccità. Altra proposta è quella di una legge per la montagna, per la decontribuzione delle attività che operano e producono nelle valli».
I cittadini riusciranno a capire l'importanza di andare al voto?
«Credo di sì. Le motivazioni sono moltissime e per il Collegio uninominale delle Valli poi hanno una ragione in più: votare chi vive e difende il territorio della montagna, ci opera e cresce la propria famiglia, non quanti sono stati paracadutati dai partiti e finita la campagna elettorale, non si vedranno più. La pandemia che ci ha tolto le sicurezze che avevamo, ci ha reso fragili, ci ha messo davanti alla realtà di una medicina sempre più ospedaliera e meno di prossimità; ci ha dimostrato quanto lo Stato possa interferire nel nostro agire quotidiano e quanto le scelte debbano essere prese per l'interesse comune. La guerra in Ucraina ci ha reso coscienti della nostra vulnerabilità come Stato nazionale. Ebbene, tutto questo è più che sufficiente per non delegare ad altri la nostra decisione di votare».
Stando allle proiezioni, la sua elezione è però in salita. Cosa ne pensa?
«Sono cosciente dei sondaggi a livello nazionale a favore del centrodestra. Ma sono altresì convinto che le valli bresciane hanno un'opportunità unica, che spero non si vogliano lasciare sfuggire: eleggere un amministratore d'esperienza, come il mio curriculum attesta. Penso di avere fatto bene in Comune, Comunità Montana e Provincia».
Quali sono le priorità del Pd in un momento di crisi come quello attuale?
«Il Pd ha intrapreso da mesi un percorso chiaro: il rafforzamento della costruzione dell'Europa, come soggetto capace di promuovere la crescita sostenibile.Il contenimento del costo dell'energia, sviluppando un programma di produzione da energie rinnovabili, tetto europeo al prezzo del gas e sgravi per famiglie e imprese energivore, la rimodulazione del SuperBonus 110 a favore dello sviluppo dell'edilizia, soprattutto quella popolare. Un programma di intervento su scuola e sanità pubblica, con adeguamento della qualità formative e degli stipendi ai livelli europei, un intervento massivo di adeguamento infrastrutturale agli edifice scolastici. Puntiamo poi alla defiscalizzazione del comparto turistico e a quella del lavoro passando dall’ abbattimento del cuneo fiscale, con l'introduzione di una nuova mensilità».
Cosa porterebbe un governo di centro sinistra?
«Sviluppo Sostenibile e uguaglianza. Primato dei diritti della persona, senza alcuna discriminazione. Primato del lavoro, salute e scuola. Riforma fiscale con equità. Integrazione e protagonismo Europeo che scongiuri altre guerre. Affidabilità nei confronto dei mercati e delle istituzioni internazionali».
E se dovesse vincere il centrodestra come dicono i sondaggi?
«Spero proprio di no, perché vorrei che mia figlia vivesse da cittadina europea, senza discriminazione alcuna, e con il centrodestra questo sarebbe difficile. Con al Governo chi vuole rivedere il Pnrr ci sarebbe sicuramente un tracollo di fiducia da parte degli investitori esteri e da parte dell'Europa, dopo che il lavoro di Tinagli, Gentiloni e Draghi ci avevano riportato protagonisti. Assisteremmo ad una deriva nazionalista, allineando l'Italia all'Ungheria e alla Polonia, ai movimenti di Le Pen, togliendola dai paesi fondatori come Francia e Germania.
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
