Morte di Sana, il processo a Brescia rischia di non iniziare mai

Risultano irreperibili il padre e il fratello della giovane accusati di omicidio premeditato
SANA, PROCESSO A RISCHIO
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Assolti in Pakistan per mancanza di prove certe, irreperibili per le autorità italiane. E così rischia di non iniziare mai il processo bresciano per la morte di Sana Cheema, la 25enne ammazzata in patria perché avrebbe detto no al matrimonio combinato deciso per lei dalla famiglia.

Strangolata, dice l'autopsia, poche ore prima di salire su un volo che avrebbe dovuto riportarla a Brescia, dove viveva da cittadina italiana e dove aveva gestito un’agenzia di pratiche automobilistiche. 

Dopo il nulla di fatto in Pakistan, con l'assoluzione per tutti i coinvolti, la Procura generale allora guidata da Pier Luigi Maria DellOsso poi andato in pensione, aveva avocato nei mesi scorsi l'inchiesta. Ma i due indagati Mustafa Gulham, 50 anni, il padre di Sana e il 32enne Adnan, fratello della vittima, non si trovano... 

 

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