«Morì di infezione», chiesti 2,5 milioni al Civile

Per il perito del Tribunale è evidente la responsabilità del personale medico dell'ospedale bresciano.
Nuove nomine all'ospedale Civile di Brescia - Foto di repertorio
Nuove nomine all'ospedale Civile di Brescia - Foto di repertorio
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Due milioni e mezzo di euro come risarcimento. Lo chiedono i familiari di Luigi D. 61enne di Chiari, deceduto agli Spedali Civili di Brescia il 21 febbraio del 2007. Per un'infezione contratta in ospedale e non curata, secondo la consulenza di parte e la perizia tecnica disposta dal Tribunale di Brescia. A causa «dell'estrema gravità della patologia sofferta» invece per l'azienda ospedaliera citata in giudizio. Ma andiamo con ordine.

E' il 6 marzo 2006 quando Luigi viene ricoverato nel reparto di otorinolaringoiatria in seguito ad una caduta accidentale. La diagnosi parla di «frattura della rocca petrosa destra». È l'inizio di un calvario per l'uomo che nei dieci mesi successivi trascorre più tempo in ospedale che a casa. Ed è proprio al Civile, a inizio 2007, che avrebbe contratto un'infezione da stafilococco epidermidis.

«È fuori dubbio la sussistenza di nesso di causalità materiale tra l'infezione e il decesso» scrive nella sua relazione il professor Enzo Rocchi, consulente nominato dal giudice del Tribunale Lorenzo Benini che, pur non potendo esprimersi in termini di assoluta certezza, aggiunge che «l'infezione stessa fu contratta in sala operatoria in occasione dell'intervento del 3 gennaio 2007 al quale il paziente è stato sottoposto». Tesi sposata anche dall'avvocato Alessandro Nolli, che rappresenta i familiari della vittima: «Le lesioni riportate non erano gravi al punto da portare al decesso» sostiene il legale. Anche il perito punta il dito contro la condotta del personale medico «per aver solo tardivamente riconosciuto l'infezione batterica in atto».

Gli Spedali Civili però respingono ogni accusa attraverso la memoria difensiva presentata dagli avvocati Dario Meini e Adler Sagonti: «L'attività svolta è stata ineccepibile e si è caratterizzata per l'impiego delle migliori metodiche». Per l'eventuale risarcimento i parenti della vittima devono attendere il 2015: l'udienza di precisazione delle conclusioni.
Andrea Cittadini

 

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