Monopattini in sharing: «Cerchiamo comuni interessati»

Tre amici con poco più di vent’anni, determinazione da vendere e una spiccata sensibilità per la mobilità sostenibile. È in questo contesto - tra università, volontariato e viaggi all’estero - che si fa strada un’idea: portare nel Bresciano lo sharing dei monopattini elettrici.
Una sorta di «Bicimia», ma con un mezzo diverso «giovane, pratico, divertente e, ovviamente, ecologico» da utilizzare in «free floating», ossia senza stazioni di sosta fisse, e con il supporto di una app.
Il progetto porta la firma di tre giovani: Kedir Lavezzari, 25enne di Brescia che studia Giurisprudenza, Mattia Mangano, impiegato 26enne di casa a Collebeato, e Jeni Munagamage, 24enne della città, che lavora come progettista meccanico nell’hinterland e studia Economia aziendale.
Studiati gli esempi di realtà come Parigi e Milano «che hanno tutti dei pro e dei contro», i tre amici hanno realizzato un progetto (denominato «Monomobility») e hanno bussato alla porta del Comune di Brescia e di eventuali investitori. Ora aspettano risposte. E intendono portare la loro idea anche in altri comuni bresciani a vocazione turistica.
L’idea è semplice: «Una app - spiegano - consentirà di localizzare i monopattini più vicini, di prenotarli e di sbloccarli mediante la scansione di un qr code, ma anche di contare i minuti di utilizzo ai fini del pagamento: un euro lo sblocco e15 centesimi al minuto».
La questione è d’attualità. Ora questi mezzi sono utilizzabili solo in aree private. Il recente decreto del ministro Toninelli fissa alcune regole per circolare. Il documento, però, parla solo di una sperimentazione alla quale i Comuni potranno aderire o meno. Chi aderirà dovrà individuare (e segnalare con dei cartelli) le aree in cui i monopattini saranno ammessi.
Chi volesse contattare i tre giovani scriva a info@monomobility.com.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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