Monnalisa, il ritratto, il lago d’Iseo e la ricerca della donna ideale di Leonardo
Sono partite a Firenze, nel complesso di Sant’Orsola, le ricerche dei resti mortali di Monna Lisa Gherardini, detta la Gioconda, resa immortale da Leonardo da Vinci che la ritrasse nell’omonima tela conservata al museo del Louvre.
Le ricerche, coordinate dal Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali, saranno condotte inizialmente con un georadar che scandaglierà i sotterranei dell’antico convento. Un documento scoperto nel 2007 dallo studioso Giuseppe Pallanti nell’archivio delle Basilica di San Lorenzo, a due passi dal convento, indica infatti che i resti di Lisa Gherardini potrebbero essere proprio a Sant’Orsola. Si tratta del certificato che attesta il giorno della morte e la sepoltura della donna: «Donna fu di Francesco del Giocondo. Morta il 15 di luglio 1542, sotterrossi in S.Orsola», scritto nel registro parrocchiale.
Il ritratto della Gioconda, meglio il paesaggio alle spalle di Monna Liza, ci porta dalla tecnologia hi-tech impiegata in questi giorni a Firenze alla Trenta Passi di Sale Marasino. Il dibattito è ancora aperto, ma c’è un libro “Alla destra della Gioconda” di Sandro Albini che sostiene proprio questo: Leonardo vide il panorama, lo fissò in un appunto e lo utilizzò nel ritratto della Gherardini. Fantasticherie? Non proprio. La carta del Sebino di Leonardo da Vinci è conservata alla Royal Library nel castello di Windsor e dunque il genio toscano ebbe una confidenza vissuta con la terra che andava pensando e disegnando. Quando e perché, infine, Leonardo da Vinci finì sul lago d’Iseo, dalle parti di Sale Marasino? Ci sono di mezzo i Martinengo, i rivolgimenti politici tra Milano e Venezia (1499-1500) in quelle stagioni furiose di battaglie e di progetti di conquista, quando la cartografia diventò strategica, degna di spendere un genio come Leonardo da Vinci.
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