Molgora: prima la sicurezza, poi patto stabilità

Il presidente della Provincia fissa le priorità: «Avanti con gli interventi per frane, strade, scuole».
vi
AA

Il panettone è stato affettato, e questo è l'unico taglio accettato di buon grado, anche perché fino ad alcune settimane in Broletto pochi avrebbero osato mettere in agenda per questo Natale il gesto di affondare il coltello nel soffice dolce farcito di canditi. La Provincia archivia quello che il presidente Molgora definisce «l'anno più difficile per l'ente», tanto difficile da averne messo in dubbio il futuro, tra spending review e decreti di riordino, e immagina un 2013 ancora complicato, ma senza alzare bandiera bianca: «Daremo luogo a tutte le opere che riguardano la sicurezza dei cittadini, poi vedremo se saremo stati bravi a rimanere nel patto di stabilità».

È questo il passaggio politicamente più significativo dell'intervento del presidente durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Molgora parla affiancato da tutti i suoi assessori, destinatari di un ringraziamento generale, esteso poi a tutti gli uffici: «Stando al decreto di riordino, dal 1° gennaio la Giunta sarebbe dovuta sparire: invece è viva e vegeta e svolge un compito fondamentale per il funzionamento dell'ente. Grazie al lavoro di tutti, nonostante i tagli continui che abbiamo dovuto subire, concludiamo il 2012 con buoni risultati di bilancio e dopo aver realizzato interventi importanti».

Ed ecco i numeri, le cifre che Molgora snocciola e sulle quali fonda la definizione di «attentato agli enti locali» riservata alla «cura Monti»: spesa corrente ridotta del 25% rispetto al 2008 (da 180 a 136 milioni), tagli subiti nel 2012 per più di 26 milioni, ai quali vanno aggiunti i 16 abbondanti bloccati per il Patto di stabilità (il totale sfiora i 43); nel 2013 i tagli arriveranno a 73 milioni («vale a dire più del 50% del nostro bilancio»).
«La nostra spending review - nota Molgora - è iniziata già da anni: rispetto al 2008 le spese di rappresentanza sono passate da 150.000 a 3.700 euro, il costo del personale è sceso da 37,2 a 31,8 milioni, le spese per le missioni dei dipendenti da 155.000 a 32.000 euro, quelle per l'utilizzo degli automezzi da 1,6 a 1,25 milioni (nonostante il forte aumento del carburante), quelle per gli incarichi esterni da 2,25 milioni a 430.000 euro. Pur in questo quadro, siamo riusciti a ridurre l'indebitamento dai 504,7 milioni del 2009 agli attuali 449,9».

Lacrime e sangue, dunque. E l'anno prossimo? «Ci siamo posti delle priorità: realizzare le opere che riguardano la sicurezza dei cittadini, dalla messa in sicurezza delle frane alla costruzione di strade, dall'adeguamento degli edifici scolastici e delle nostre sedi alla Protezione civile, senza dimenticare il pagamento puntuale dei fornitori, che è una forma di sostegno all'economia. Faremo gli interventi previsti in questi ambiti, poi a fine anno vedremo se saremo stati bravi a rimanere nel Patto di stabilità. Dipenderà da molte cose, per esempio dalla cessione delle nostre quote azionarie in Serenissima e Centropadane o dall'eventuale introduzione di nuove norme per i bilanci degli enti locali. Noi ridurremo di 1,5 milioni l'Ipt (imposta provinciale di trascrizione) e proveremo a limare un po' l'imposta sui rifiuti, per dare respiro alle famiglie. Ma una cosa è certa: prima dobbiamo salvaguardare la nostra gente».
Alessandro Carini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia