Migliaia di api morte a Gussago: indagine a tutto campo

Migliaia di api morte e il dubbio, quasi una certezza, che siano state avvelenate da sostanze fitosanitarie utilizzate per trattare le viti. È un’ecatombe, quella che si è trovato davanti agli occhi, martedì scorso verso sera, un apicoltore di Gussago. Mauro Delbarbi stava facendo un controllo di routine ai suoi apiari in via Fratte, quando ha notato un’enorme quantità di api prive di vita sui teli da lui stesso posizionati davanti alle arnie.
L’uomo ha quindi denunciato il fatto al Servizio veterinario di Ats e c’è stato un sopralluogo dei tecnici di igiene pubblica, che sono giunti sul posto per prelevare alcuni campioni di cadaveri delle api.
«A oggi non sappiamo ancora con certezza quale sia la causa della morìa - spiega Delbarbi -. Anche se essa fosse dovuta ai prodotti utilizzati per il trattamento delle colture, non è semplice individuarli, perché la gamma di prodotti usati è molto varia: al momento, che io sappia, sono l’unico apicoltore ad aver riportato questo fenomeno di mortalità, ma capita che gli effetti tossici si facciano sentire anche dopo un po’ di tempo, per l’accumulo, oppure accade che tali effetti non vengano notati, perché le api non muoiono davanti alle arnie».
I Comuni «amici»
La "strage" di via Fratte è avvenuta all’indomani di un convegno sulle buone pratiche agricole, organizzato dal coordinamento dei Comuni amici delle api (Passirano, Ome, Castegnato, Rodengo Saiano e Gussago), al quale ha preso parte anche il Consorzio per la Tutela del Franciacorta: «Con questo, abbiamo avviato una sinergia - afferma Delbarbi -. Il convegno è stata una prima e costruttiva occasione per impostare un confronto responsabile tra apicoltori e viticoltori: i timidi tentativi che stiamo facendo, sono i primi per mettere mano ad una situazione che sicuramente va monitorata, sia per la salute delle api, sia per quella degli altri animali e, di riflesso, di quella umana».
Poco più in là, a Concesio, diversi abitanti hanno di recente trovato sui davanzali delle proprie abitazioni delle api morte. In questo caso «dal momento che non mi risulta che lì ci siano particolari colture - spiega Claudio Vertuan, presidente dell’associazione Apicoltori della provincia di Brescia -, potrebbe dipendere da trattamenti per l’uccisione delle zanzare non fatti correttamente, o da prodotti come gli insetticidi, utilizzati privatamente e senza il giusto criterio. Inoltre, le api stanno soffrendo il clima, e se l’apicoltore non dà loro nutrizione di supporto, la conseguenza può essere anche la morte».
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