Metropol, si spegne il proiettore

Dopo l'«esperimento» durante le feste natalizie il cinema Metropol torna a chiudere. È sopravvissuto dieci giorni in più del previsto, per concludere degnamente la distribuzione natalizia, ma ora è tempo di spegnere nuovamente i proiettori e il suo destino rimane incerto, come lo era ad aprile dell'anno scorso. Di sicuro intanto c'è che quella odierna sarà - almeno per ora - l'ultima giornata di proiezioni per la sala di via Galilei.
La definitiva riapertura al termine del periodo festivo era vincolata a due fattori: l'offerta cinematografica e la risposta del pubblico e, sebbene quest'ultima sia andata esattamente secondo le attese, il mercato futuro non si prospetta sufficiente a garantirne un'attività continua.
«La quantità delle prossime uscite non corrisponde a quella necessaria ad alimentare tutte le sale cittadine» spiega Tomaso Quilleri che, insieme al fratello Lorenzo e alla famiglia gestisce le multisala Oz e Wiz e i cinema Metropol, Sociale e Moretto.
La chiusura di questa sala «storica» è la conseguenza di un mercato cinematografico che versa in una situazione critica che si riscontra non solo a Brescia ma in tutta Italia, caratterizzato ormai da tempo da «uscite calibrate con il contagocce», che da noi si scontra inoltre con un bacino d'utenza ristretto, sia numericamente sia logisticamente.
Anche Lorenzo Quilleri è della stessa idea e sottolinea come il problema della distribuzione si amplifichi se si considerano solo quelle pellicole che trovano nei cinema monoschermo la loro giusta collocazione: «I film di qualità in uscita sono pochi e due sale (Sociale e Moretto, ndr) in città, sono sufficienti a garantirne l'intera programmazione».
Il Metropol quindi rimane in un limbo indefinito: utilizzato come sala di rinforzo nei periodi di maggiore produzione e affluenza e chiuso nel resto dell'anno. I progetti per trasformalo in altro ci sono, come ci confermano i titolari, ma le idee si scontrano con la reale fattibilità e con la generale difficoltà del periodo che stiamo vivendo.
Laura Coccoli
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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