Metrò, nuovo scontro tra Loggia e Regione

Le schermaglie per i soldi del metrò tra Loggia e Palazzo Lombardia non sono affatto finite. Anzi
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Le schermaglie per i soldi del metrò tra Loggia e Palazzo Lombardia non sono affatto finite. Anzi. L’ultimo capitolo è stato scritto il 5 gennaio, quando al posto della proposta per sanare il mancato contributo per il 2016, negli uffici comunali è arrivata la notifica del ricorso al Consiglio di Stato deciso dalla Regione contro l’ordinanza del Tar del 5 dicembre.

Se infatti prima di Natale il Consiglio regionale, nel discutere il bilancio 2017, aveva dato il via libera al contributo per la gestione dell’infrastruttura bresciana (l’entità è però ancora tutta da definire) resta il contenzioso per il «pregresso», vale a dire il 2016. Anno in cui la metro è stata ancora una volta esclusa dalla ripartizione del fondo trasporti. 

Contro questa esclusione la Loggia si era rivolta al Tar, impugnando gli atti della Regione che distribuiscono le risorse per il trasporto pubblico (treni, tram, metro, bus) lasciando fuori la metropolitana cittadina. Il Tribunale aveva emesso un’ordinanza che riconosceva il diritto della metro alla ripartizione dei finanziamenti e dava 30 giorni al Pirellone per convocare una conferenza dei servizi nella quale fare una proposta al Comune di Brescia. I 30 giorni sono scaduti mercoledì. Ma in Loggia non è arrivata nessuna convocazione. Anzi, l'altra mattina è arrivata la notifica del deposito del ricorso al Consiglio di Stato, con richiesta di sospensiva, contro la decisione del Tar.

La mossa del Pirellone non annulla l’efficacia dell’ordinanza, e quindi «l’obbligo» di convocare la Loggia entro il 4 gennaio. Vista l’inottemperanza della Regione, il Comune potrebbe chiedere al Tar di nominare un commissario ad acta che agisca in sostituzione degli uffici milanesi. In realtà, visto che il contro-ricorso regionale dovrebbe essere discusso nell’arco di un paio di mesi, è facile immaginare che tutti ora attendano la decisione del Consiglio di Stato. 

Il Comune, però, farà la sua contromossa, impugnando anche gli atti emessi nel frattempo dal Pirellone, come la delibera che ripartisce le risorse di dicembre, escludendo sempre il metrò. «Come aveva preannunciato il sindaco, il Comune non rimarrà inerte - spiega l'assessore alla Mobilità Federico Manzoni -. Impugneremo tutti gli atti che ripartiscono le risorse per il trasporto pubblico per il 2016 e che escludono la metropolitana, per rivendicare un nostro diritto che non solo è stato riconosciuto dal Tar, ma dalla stessa Regione quando ha accolto l’emendamento che ricomprende la nostra infrastruttura nella ripartizione delle risorse dal 2017 in poi. Insomma, c’è uno iato evidente tra le dichiarazioni di principio e l’applicazione pratica».

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