Metrò, disagi fuori dal Civile, gente spazientita

Cittadini spazientiti dai cantieri presenti nella zona Nord di Brescia, che prolungano la difficile e pluriennale convivenza.
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Manca una manciata di mesi all'entrata in servizio del Metrobus, e attorno alle stazioni fervono i lavori. Se le grandi opere sotterranee volgono verso la conclusione, le opere complementari sono un capitolo ancora da scrivere. Per 15 delle 17 stazioni, infatti, le gare d'appalto sono state effettuate tra marzo e giugno e alcuni dei cantieri più importanti sono stati consegnati solo in questi giorni alle ditte incaricate, tutte bresciane. Dodici milioni e mezzo di euro la spesa complessiva, per opere che in molti casi proseguiranno fino alla primavera del 2013, quando il metrò sarà già in funzione.

È il caso della riqualificazione della piazza dell'Ospedale Civile dove verrà realizzata anche una nuova rotonda: il cantiere è stato consegnato all'impresa appaltatrice il 16 luglio per chiudere il 4 aprile 2013. Mercoledì è stata invece la volta delle stazioni Marconi e Prealpino.
Cantieri collocati nella zona nord della città, dove i cittadini stanno subendo i disagi maggiori. «Il traffico, soprattutto nelle ore di punta, va in tilt» è il coro che si solleva dai residenti della zona Ospedale, che dopo anni di convivenza con un cantiere rumoroso e polveroso stanno esaurendo la pazienza. «Le ditte dovrebbero disporre di più operai e farli lavorare anche il sabato e la domenica, per finire prima - lamenta il signor Silvano, che ogni giorno con la moglie si reca in via Schivardi per accudire il nipote -. Non è possibile che a volte ci vogliano 10 minuti per superare il cantiere in auto».

«Sapere che le attività proseguiranno fino ad aprile per noi è una gioia - esplode ironico il signor Emanuele, che vive in viale Europa- perché sono sei anni che viviamo in queste condizioni e non se ne può più».
Non va meglio nemmeno a chi, come la signora Renata, che vive in una strada privata in fondo a via Schivardi, lascia l'auto in garage: «I bus restano bloccati e i tempi delle corse slittano, così capita che ne passino tre insieme o che si resti in attesa a lungo».
«Anche i ciclisti sono in pericolo da quando c'è il cantiere» assicura la signora Elisa, di via Branze. E persino per i pedoni entrare in ospedale è un problema. «È chiuso tutto e bisogna passare da via S. Rocchino, dove spesso anche le auto sono bloccate in coda»: un disastro insomma anche per il signor Franco, che vive in via Val di Fiemme.

Alla fine dell'incubo, per i residenti della zona Ospedale, se i tempi previsti dal cronoprogramma dei lavori saranno rispettati, mancano 260 giorni.
Clara Piantoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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