Mense scolastiche: menù vegani solo agli adulti

Su 9.100 bambini e 650 adulti iscritti al servizio mensa, 400 devono seguire un’alimentazione particolare, 25 gli adulti che scelgono il vegano
MENSE, NUOVI APPALTI IN CITTA'
AA

La minestra acquosa e la pasta scotta nelle mense scolastiche sono ormai un ricordo. Penne integrali alla sorrentina, pizza e lasagne, torte di verdure, zuppe di legumi e a volte persino il dolce. «Se ci fosse una guida Michelin per le mense scolastiche - ha detto l’assessore alle Politiche sociali Felice Scalvini - Brescia avrebbe tre stelline». 

È partito il nuovo piano per la ristorazione di asili nido, scuole dell’infanzia e primarie comunali. Novità: l’applicazione delle linee guida sulla ristorazione collettiva, la messa a regime del progetto "AliMENTarsi", l’adesione alla Carta di Milano e un nuovo appalto triennale a cinque ditte di catering (Cir Food, Gemeaz, Camst, Euroristorazione e Sma ristorazione).

Cosa cambia? «Abbiamo previsto un monitoraggio più intenso - spiega Francesco Falconi, dell’Area servizi educativi del Comune -: 500 controlli effettuati ogni anno nei centri di cottura delle aziende fornitrici e 900 nelle mense scolastiche». Un regime di sorveglianza rafforzato in caso di diete speciali, che tuttavia oggi riguardano solo il 5% dei casi.

Su 9.100 bambini e 650 adulti iscritti al servizio mensa, 400 devono seguire un’alimentazione particolare: priva di glutine o lattosio, per diabetici o personalizzata in base alla patologia. Discorso diverso per vegetariani e vegani: sono 30 gli utenti delle mense scolastiche comunali che non mangiano né carne né pesce e 25 - per ora solo adulti - quelli che dicono no a tutte le proteine di origine animale. Per loro sono previsti menù a base di pasta all’olio, legumi, affettato di seitan, cotoletta vegetale e bocconcini di soia.

«L’obiettivo a cui puntiamo con il progetto AliMENTartsi - chiarisce Livia Consolo, tra i membri del Comitato scientifico che ha redatto il piano - è introdurre nelle mense pasti completi e bilanciati, riducendo la quantità di zuccheri e la densità energetica a favore di verdura e frutta. Pari attenzione è destinata all’ambiente: no agli sprechi». Ai bambini verrà inoltre consegnata una «Guida al benessere» da portare a casa. 

Il Comune spende circa due milioni di euro per i servizi di ristorazione, mentre i restanti 6,5 milioni arrivano dai cittadini che usufruiscono del servizio. Ogni pasto ha un prezzo che va da 2,80 ai 6,90 euro, a seconda della fascia Isee e della (non) residenza. Troppo, per alcuni? In ogni caso il cibo da casa resta proibito.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato