Melania e Qadeer, insieme di corsa (e in gara) oltre la cecità

Il 35enne non vedente ha trovato nella donna, guarita da un tumore alla gamba, una guida che lo sostiene nelle gare podistiche
Melania e Quadeer tagliano il traguardo © www.giornaledibrescia.it
Melania e Quadeer tagliano il traguardo © www.giornaledibrescia.it
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È una storia di passione, di impegno, di fatica per superare gli ostacoli che la vita ti mette lungo il cammino. È la storia di Melania Botti, podista che nel 2005 ha sconfitto un tumore maligno alla gamba, e di Qadeer Asghar, corridore pakistano non vedente.

La storia

Tutto inizia poco più di un anno fa. Il 13 giugno del 2022 Melania viene contattata su Facebook da uno sconosciuto. «Lì per lì - racconta Melania - mi sono allarmata, perché le truffe sono sempre dietro l’angolo. Mi sono quindi informata e ho scoperto che il ragazzo è un podista cieco conosciuto da una mia amica: stava cercando una guida che lo accompagnasse nella corsa e nelle gare». Superata quindi l’iniziale diffidenza, Melania ha riposto positivamente all’appello del 35enne, la corsa del resto è il suo mondo e anche per questo non poteva rifiutarsi di aiutarlo. Fra lei e Qadeer Asghar, che ha perso la vista a 10 anni e lavora come telefonista nel carcere di Canton Mombello, è subito nata un’amicizia fantastica.

«Fargli da guida - continua Melania - è una cosa talmente bella che mi rasserena. Io ho la fortuna di potermi godere tutte le cose che ho attorno. Se sono preoccupata o tesa posso guardare mia figlia o i miei cari, ma anche la natura che mi circonda e riprendermi: lui questo non lo potrà mai più fare, la corsa è un modo per non isolarsi».

Per Qadeer, che è stato addirittura campione italiano di corsa su pista per non vedenti, una guida è indispensabile per praticare lo sport che ama, in Melania ha trovato la compagna perfetta. Nella coppia gli occhi di Melania sono diventati quelli del suo compagno, tanto che per immedesimarsi nel buio totale nel quale lui vive, e potergli così offrire il supporto migliore, si è più volte bendata e nel buio della sua taverna ha provato ad essere cieca per «sentire» gli ostacoli.

Il cordino

«Non è stato comunque facile - sottolinea ancora Melania - anche se la gentilezza e l’educazione del mio compagno sono davvero ammirevoli. Mentre corriamo io devo parlargli in continuazione, per descrivergli dettagliatamente ogni più piccola cosa. Devo prevedere gli ostacoli che potrebbero mettere a rischio la sua salute e le gare che facciamo».

Melania e Qadeer quando corrono tengono le estremità di un cordino: con questo lei lo guida, mentre a voce gli descrive il percorso. Quando viene meno il cordino il contatto è tra i loro due mignoli, e quando manca anche il fiato e non si può parlare Melania guida Qadeer con il gomito. Un linguaggio del corpo che permette ai due di capirsi ed essere così una persona sola.

«Con lui mi sono arricchita umanamente e se riesco a dargli un’ora di felicità vengo ripagata di ogni sacrificio», sottolinea Melania, che fa parte insieme a Qadeer della squadra podistica Atletica Gavardo 90 Libertas.

Le prossime gare in programma sono una 10 chilometri e una mezza maratona a Trento. 

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