Maxi inchiesta sull'evasione fiscale, chi sono gli arrestati

Nelle indagini della GdF su fatture false per mezzo miliardo sono coinvolti commercialisti, avvocati, imprenditori e faccendieri
Un fermo immagine dell'operazione della Guardia di Finanza - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un fermo immagine dell'operazione della Guardia di Finanza - Foto © www.giornaledibrescia.it
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È stata la testimonianza di un commercialista pentito a dare il via all’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di 22 persone tra avvocati, imprenditori, faccendieri e altri commercialisti coinvolti in quello che gli inquirenti definiscono «un laboratorio dell’evasione fiscale con sede a Brescia», capace di emettere mezzo miliardo di euro di fatture false per un’evasione da 80 milioni di euro

Nel luglio 2018 Mauro Rigamonti, commercialista coinvolto nell’inchiesta Leonessa e ora in carcere, racconta in Procura «della compravendita di crediti di imposta inesistenti attraverso l’utilizzo di società di comodo e prestanome». Fa nomi, cognomi, assegna ruoli e spiega meccanismi: complessivamente sono 85 gli indagati di cui 41 bresciani. 

Nell’indagine del sostituto procuratore Claudia Passalacqua e dell’aggiunto Carlo Nocerino sono così finiti in carcere da ieri la commercialista bresciana Stefania Franzoni e il collega Roberto Guerini, poi gli avvocati Roberto Golda Perini, del Foro di Milano, Francesco Alimonda, del Foro di Bari e Alessandro Bitonti di Modena. In cella anche Sandro Monteleone residente in città, Elena Cancarini, Andrea Giovita, Massimo Battezzi, Attone Rizzi, Giuseppe Gorini detto Olindo di Marone, Pierantonio Prior, Pietro Rossini, Patrizia Bilacchi, Daniele Degni, Salvatore Cappiello, Krisztina Kadar, commercialista ungherese. Ai domiciliari invece Ettore Trepiccione, l’ex consigliere comunale in Loggia in quota Lega e ora esponente di Fratelli d’Italia Alessandro Bizzaro, Giuseppe Bertone e Salvatore Battaglia. 

 

 

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