Matisse, Brunello confessa: ho falsificato i dati

L'ad di Artematica interrogato per quattro ore in procura: biglietti gonfiati per evitare penali e pagare i fornitori.
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Interrogatorio fiume ieri in Procura a Brescia per il patron di Artematica, il trevigiano Andrea Brunello, sotto inchiesta per truffa aggravata. Arrivato in tribunale alle 15, Brunello è stato ascoltato dal pm Claudio Pinto fino alle 19. Il manager avrebbe ammesso di avere gonfiato i numeri dei visitatori della mostra «Matisse, la seduzione di Michelangelo», a Brescia dal febbraio al giugno 2011. Avrebbe confessato di avere manomesso i modelli C1 di sua volontà, incalzato dai fornitori e dalla penuria di risorse.

La scelta appariva il male minore, giacchè il sistema mostre di successo faceva gioco a tutti. Così facendo insomma Brunello avrebbe agito - questa la tesi sostenuta - anche nell’interesse del Comune e della Fondazione Brescia Musei. Scoprire il trucco sarebbe stato relativamente semplice: «Bastava controllare», avrebbe riferito il manager. «Non c’è molto da dire, se non che è sempre bello tornare a Brescia», ha ironizzato l’indagato all’uscita dal palagiustizia, appena passate le 19. Certificazioni Siae alla mano, la mostra Matisse risulta essere stata ammirata da 124.184 visitatori a fronte dei 248mila dichiarati dall’organizzatore. Un raggiro che ha fatto incassare al patron di Artematica, nei guai per truffa aggravata, 550mila euro percepiti indebitamente da Comune e Fondazione. Quanto al suo ingaggio a Brescia, Brunello ha ribadito la versione sostenuta dal sindaco Adriano Paroli che aveva parlato di «casualità».

Il manager dell’arte ha invece negato di avere gonfiato i numeri della mostra «Inca», a Santa Giulia tra il 2009 e il 2010 (207.854 visitatori certificati Siae contro i 273mila dichiarati da Artematica), che gli ha garatito un compenso maggiorato di 250mila euro. .

 

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