Marmellate solidali dai frutti del ciliegio secolare del Museo Diocesano

Il progetto è frutto della collaborazione fra Arthob e Istituto Mantegna: oggi sei ragazzi al lavoro per cogliere i frutti
  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
    La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
    La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
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  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
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  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
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  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
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  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
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  • La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
    La raccolta delle ciliegie nel Chiostro del Museo Diocesano
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Il ciliegio secolare custodito all’interno del chiostro del Museo Diocesano in città, che a breve sarà insignito dell’onorificenza di albero monumentale, non solo è meraviglioso in tutta la sua maestosità (è il più grande ciliegio fruttifero cittadino), ma è anche utile. Grazie alla collaborazione fra Arthob e Istituto Mantegna, infatti, le ciliegie raccolte ieri mattina da sei studenti dell’alberghiero cittadino, fra cui quattro disabili, diventeranno marmellate che sosterranno progetti sociali.

 «È nato tutto per caso – racconta il presidente di Arthob Francesco Giordano -. Quando abbiamo saputo dal direttore del Museo Diocesano che nessuno si era reso disponibile per la raccolta delle ciliegie abbiamo pensato di farlo noi. Una parte del ricavato dalla vendita delle marmellate sarà destinata ai progetti del Diocesano, una parte sosterrà il progetto di inclusione dell’Istituto Mantegna e una parte contribuirà al nostro progetto Farine».

Le marmellate saranno prodotte dall’Azienda Agricola Annalisa Filippini di Bassano Bresciano, mentre la raccolta è stata guidata dall’azienda Il Verde Mariani di Flero. «Per noi è molto importante riuscire a far lavorare i ragazzi concretamente – dice la docente e referente del progetto Chiara Pelizzoli - . Gli studenti disabili collaborano con i loro compagni e si impara l’inclusione. Con i fondi che ci doneranno sosterremo il proseguo del progetto».

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