Marito e moglie: «Lasciamo tutto per far del bene in Ecuador»

Lui farà l’elettricista e lei, che si è licenziata dal lavoro, seguirà i bambini bisognosi
In partenza. Patrizia Corvi e Pierluigi Beschi (61 anni lui e 56 lei) - © www.giornaledibrescia.it
In partenza. Patrizia Corvi e Pierluigi Beschi (61 anni lui e 56 lei) - © www.giornaledibrescia.it
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Un desiderio di mettersi al servizio degli altri, soprattutto di quelli che purtroppo vengono chiamati gli «ultimi del mondo». È con questo spirito raccontato da entrambi con una semplicità disarmante, che i coniugi rezzatesi Pierluigi Beschi e Patrizia Corvi (61 anni lui e 56 lei), partiranno fra due giorni per Pujilì, una cittadina nel lontano Ecuador, terra nella quale rimarranno per un anno, affiancando i volontari delle missioni dell’operazione Mato Grosso, cercando di dare sollievo a popolazioni che versano in condizioni di povertà e fragilità estrema.

Una vocazione, la loro, nata con la conoscenza dell’operazione Mato Grosso negli anni a cavallo tra il ’70 e l’80, che li ha portati laggiù altre volte, le ultime rispettivamente nel 2015 per sei mesi ed altrettanti nel 2017. «È stato proprio lo scorso anno - raccontano - che con le valigie in mano pronti per far ritorno in Italia ci siamo detti che saremmo tornati, e questa volta per rimanerci più a lungo».

Promessa mantenuta, perché laggiù c’è davvero tanto da fare. Pierluigi da buon alpino (fa parte del gruppo delle penne nere di Rezzato), sa bene che si deve fare di tutto, ma lui principalmente mette la sua esperienza di una vita di lavoro come tecnico elettricista ormai in pensione, offrendosi di aggiustare i vari elettrodomestici, anziché gli impianti delle 20 case dei volontari sparse per la nazione, ma anche di strutture, scuole e altro in capo alle missioni, o insegnare il mestiere nei laboratori che vengono organizzati dai volontari, per dare ai giovani una possibilità di vita.

Non da meno Patrizia, maestra di professione, che per seguire questo sogno di realizzazione personale suo e del marito, si è licenziata dal lavoro. Lei ad esempio mette a disposizione le sue competenze per i bambini disabili (è stata anche maestra di sostegno) o per quelli abbandonati, o peggio ancora vittime di abusi di vario tipo, aiuta gli anziani che lì sono davvero emarginati, lavora nella casa campesina, punto di incontro delle missioni Mato Grosso e della popolazione.

«Sono moltissimi i bisogni - spiegano ancora Pierluigi e Patrizia -, e sono a 360 gradi, perciò noi siamo disponibili a fare di tutto». E loro, con questo obbiettivo in testa, non si fermano mai, perché anche i periodi passati a Rezzato li utilizzano per organizzare eventi di vario tipo, che li aiutino a raccogliere fondi per finanziare qualche opera, contando sulla generosità delle persone che non manca mai. Nel 2017 è stato ad esempio pagato un anno di stipendio ad una logopedista e per alcuni mesi ad un’insegnante di sostegno nella scuola del paese, e prima ancora, era stata attrezzata una sala di fisioterapia per un piccolo ospedale.

 

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