Marchesi lascia l'Albereta, firme a Napolitano

Molte firme sulla petizione, indirizzata a Napolitano, che intende premiare la cucina come elemento forte della cultura italiana
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Si sono ritrovati in tanti - chef bresciani, lombardi e del Nord Italia - martedì sera al Relais Franciacorta di Corte Franca. A richiamarli un gruppo eterogeneo di cuochi e pasticcieri bresciani tra i più apprezzati - Vittorio Fusari della Dispensa, Philippe Léveillé del Miramonti l’altro, Stefano Cerveni del Due colombe, Maurizio Rossi della Villetta, Michele Valotti della Madia e Giovanni Cavalleri della Pasticceria Roberto - per una serata di festa ed insieme il lancio di un’iniziativa «politica» originale.

Una festa in onore di Gualtiero Marchesi, per abbracciarlo e salutarlo visto che il 31 dicembre lascerà l’Albereta di Erbusco dopo 20 anni di impegno per la valorizzazione della Franciacorta e del Franciacorta. Ma pure l’occasione per consegnare allo chef più famoso d’Italia un primo cospicuo pacchetto di firme in calce ad una petizione rivolta a Giorgio Napolitano.

Una richiesta precisa ed a suo modo rivoluzionaria, perchè al Quirinale gli chef chiedono di «riconoscere a Gualtiero Marchesi una onorificenza civile al merito, per il suo ruolo di ambasciatore della migliore italianità nel mondo che ha promosso prodotti e territorio in maniera esemplare, a tutto vantaggio del sistema produttivo, sociale ed economico della Franciacorta, e più in generale, dell’Italia intera».

Attenzione: non è la proposta del solito premio alla carriera, d’una pergamena che, ormai, a una certa età non si nega a nessuno. È invece, almeno negli intenti dei promotori, la riaffermazione forte, «politica» del valore della cucina e dei cuochi per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari italiane nel mondo, del ruolo insostituibile del cuoco nella manipolazione sapiente delle eccellenze dell’artigianato alimentare del Belpaese ed insieme la difesa delle biodiversità dell’agricoltura d’ogni territorio.

Fusari ed il gruppo degli chef promotori della festa hanno voluto infatti ribadire che - così come Renzo Piano ha illustrato al meglio la cultura del progettare italiano, o il maestro Claudio Abbado ha portato nel mondo il valore della musica del nostro Paese, o ancora Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo ne hanno testimoniato l’eccellenza in ambito scientifico - Gualtiero Marchesi è il non meno noto rappresentante di quella cultura del cibo che tutto il mondo ci invidia. Una cultura che è fatta sì di prodotti della terra e dell’artigianato gastronomico di migliaia di imprese, ma che ha pure bisogno dell’arte del cuoco per arrivare al meglio nel piatto. 

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