Mandolossa: Frank e un tesoretto «nero» di 844mila euro

Mancano le ultimissime verifiche bancarie, ma il denaro sarebbe interamente frutto di guadagni non dichiarati all’Erario in anni di attività
FRANK: IL TESORETTO ERA "NERO"
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Un tesoretto nero, che nulla ha a che fare con l’omicidio. A distanza di due mesi dal duplice delitto di Frank Seramondi e della moglie Giovanna, freddati nella loro pizzeria da asporto alla Mandolossa la mattina dell’11 agosto, la Guardia di Finanza sta ultimando gli accertamenti sul denaro in contante trovato nelle disponibilità dei coniugi uccisi e del loro unico figlio. Si tratta di 844mila euro.

Mancano le ultimissime verifiche bancarie, ma il denaro sarebbe interamente frutto di guadagni non dichiarati all’Erario in anni di attività. Una montagna di soldi non riconducibile quindi a giri di usura e nemmeno derivante da legami tra le vittime e l’assassino, il pakistano Adnan, gestore della pizzeria da asporto a due passi da quella teatro dell’omicidio, che aveva rilevato l’attività da un ex dipendente di Frank, che si era messo in proprio prima di passare la mano al connazionale che continua a ripetere di aver ammazzato perché «geloso del volume d’affari della pizzeria da Frank».

Soldi, dunque, i Seramondi ne avevano sempre tanti tra le mani. Anche la mattina dell’omicidio. Gli inquirenti hanno infatti accertato che al momento dell’irruzione dei due killer nella pizzeria Francesco Seramondi era sul retro del locale a contare una mazzetta di denaro. Seimila euro rimasti sul tavolo da lavoro dopo gli spari.

Polizia e Guardia di Finanza hanno anche ritrovato un registro dove quotidianamente Seramondi segnava il nero di giornata che in anni al bancone della pizzeria ha fruttato un tesoretto da 844mila euro

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