Maltrattamenti su disabili nella Rsd, gli operatori: «Non definiteli colleghi. Siamo sgomenti»
Sconcerto. Questa la prima reazione, ieri, appena si è diffusa la notizia di maltrattamenti in una struttura per disabili. Poi, sgomento, perché le vittime di questi comportamenti sono persone fragili che si affidano, e vengono affidate, a chi può e deve prendersi cura di loro. E incredulità. Increduli nel pensare che alcune persone, singolarmente o insieme, possano anche solo aver immaginato di compiere azioni che avessero come effetto quello di «sminuire o di negare la personalità delle vittime, trattandole come essere inferiori, a causa della loro disabilità fisica o psichica» come scrive il gip nell’ordinanza.
La segnalazione
La vicenda è iniziata esattamente un anno fa, nel marzo 2022, e riguarda la Rsd «Giuseppe Seppilli» di via Foro Boario, l’unica Rsd di natura pubblica in tutta la provincia di Brescia. I fatti e la risposta: «La direzione sociosanitaria di Asst Spedali Civili riceveva una segnalazione interna su possibili comportamenti non idonei nei confronti di alcuni ospiti della Residenza sanitaria assistenziale per disabili (Rsd) Giuseppe Seppilli gestita dall’Azienda sociosanitaria territoriale - si legge nella nota della direzione degli Spedali Civili -. Immediatamente la direzione sociosanitaria ha provveduto ad avvisare i Nas e a chiedere che fossero condotte indagini a tutela del nostri ospiti». Ancora: «Su indicazione del giudice, la direzione ha immediatamente provveduto a spostare i cinque operatori oggetto dell’indagine dalla struttura per disabili, sostituendoli con altro personale e garantendo così la sicurezza degli ospiti».
La struttura

Nella Rsd, come si legge nella nota del Civile, sono attualmente residenti 31 ospiti, affidati a 25 operatori sociosanitari, sei infermieri, un coordinatore infermieristico, sei educatori professionali, un responsabile sanitario, uno clinico e uno gestionale. Si tratta di una delle dieci Rsd presenti nella nostra provincia, per un totale di circa cinquecento posti letto. L’unica di natura pubblica gestita dal 2015, dopo la legge di riforma della sanità lombarda, dall’Asst Spedali Civili, in precedenza da Asl Brescia.
Vicinanza
«Durante le indagini - continua la nota - l’Asst Spedali Civili ha fornito, e continuerà a fornire, per quanto di sua competenza, completa e fattiva collaborazione ai Nas e metterà in atto ogni azione ritenuta utile a garantire la sicurezza dei propri assistiti». In particolare, «Asst Spedali Civili è vicina a tutti gli ospiti della struttura e alle loro famiglie e a tutti gli operatori che, come sta emergendo dalle indagini, hanno dimostrato e continuano a dimostrare grande umanità e professionalità nel prendersi cura degli ospiti ogni giorno».
Le reazioni
Non hanno usato mezzi termini i vertici di alcune Rsd operanti in città: «Siamo angosciati. Non vogliamo entrare nel merito di una vicenda su cui gli organismi competenti stanno indagando, ma ci rendiamo conto di quanto sia delicato il compito di ciascuno di noi e di quanto sia fondamentale che chi assiste e cura le persone che gli vengono affidate debba avere un supplemento di responsabilità e di professionalità». Non hanno fatto sconto gli operatori: «Non definiteli colleghi: nemmeno le bestie...». Parole che invitano a riflettere per capire cosa di bestiale si annidi in alcuni di noi. Donatella Albini, consigliere comunale delegata alla Sanità: «Necessario, nel rispetto dovuto alla dignità di ogni persona e alla gentilezza della cura dovuta a ogni corpo e ad ogni mente, che su questo fatto davvero molto doloroso, una ferita alla nostra città, la magistratura faccia luce e Asst dica come è potuto accadere».@Buongiorno Brescia
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