Magliette, scarpe fino al 52 e tanta passione: apre Baskethood

In via Zanelli una vera community di tifosi e collezionisti ideata dai fratelli Giacomelli
AA

«Sarei un grande playmaker. Forse il più grande. Mi ha fregato solo l’altezza». Quante volte Lucio Dalla ha manifestato la sua sviscerata passione per la squadra di basket Virtus Bologna, ironizzando sulla sua statura, ma sottolineando, sempre, tanto il suo talento quanto la conoscenza di una disciplina nella quale gli americani si sono sempre considerati maestri.

Paolo «Giaci» Giacomelli non ha mai giocato in squadre blasonate e non può certo contare sulla statura del playmaker anche se di pallacanestro ne ha consumata tantissima. E continua tuttora. Dopo le giovanili del Basket Brescia si è sempre mosso tra le squadre locali. Il fratello Gianpiero continua il suo impegno agonistico nel basket Bovezzo.

Un grande amore familiare, dunque, che ha portato all'inaugurazione di «Baskethood», due vetrine aperte su via Zanelli al civico 24 che svelano il mondo della pallacanestro a chi si trova a passarvi davanti.

Non è tutto così semplice, perché oltre all'aspetto tipico della tifoseria e dei collezionisti (qui possono acquistare tutte le maglie delle squadre dell’Nba, cappellini degli Warrios, dei Celtics, Lakers o Chicago Bulls, i pupazzi mascotte e le repliche perfette dei campioni americani), ci vuole lo spessore della qualità tecnologica di quanto si presenta sul mercato.

«Dopo un'accurata ricerca di mercato - spiega Paolo Giacomelli - ci siamo resi conto che non esiste a Brescia un riferimento specifico per gli atleti professionisti». Detto fatto, dopo averne parlato «in una sera d’estate in piazza Duomo con un esperto», i due fratelli hanno fatto della loro passione l’attuale professione. Giaci sicuramente che, alla soglia dei 40 anni, ha concluso il suo impegno nell’azienda di famiglia per darsi totalmente al basket. Il fratello, ventottenne ingegnere pronto per l’estero, si gode il suo sport preferito e dispensa la sua esperienza. «Per i giocatori professionisti a Brescia mancavano molte cose - conclude Paolo -. Abbiamo colmato un vuoto con la tecnica più avanzata soprattutto delle scarpe, con numeri fino al 52 e modelli personalizzati». 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia