Luigi Morgano sfiduciato dalla Federazione italiana scuole materne: «Gestiva conti correnti occulti»

L’accusa è messa nero su bianco: «L’esistenza di più conti correnti muniti di cospicui saldi e occultati agli organi di governo della Federazione nazionale». Non solo: «... nascosti anche dopo la decadenza dalla carica del segretario nazionale dott. Luigi Morgano unitamente al tesoriere dott. Giannino Zanfisi e confermati solo dopo la scoperta da parte del collegio dei revisori e della (nuova) presidenza nazionale».
Lo rende noto la Federazione italiana scuole materne (Fism) che ha preso «una chiara distanza» da Morgano per «il personalismo nell’uso di fondi destinati alle attività istituzionali». Una vicenda che si gioca tutta a Roma ma che è rimbalzata anche negli uffici dell’organismo territoriale della federazione (presieduto da Massimo Pesenti) dove Morgano - ex europarlamentare del Pd, già vicesindaco del capoluogo ed ex vicepresidente del Consiglio di gestione di A2A - ricopriva la carica di vicepresidente, almeno fino al maggio scorso quando «si è autosospeso».
Un fulmine a ciel sereno per le realtà provinciali, un imbarazzo tenuto sotto traccia. Proprio per questo «silenzio tombale» cinque consiglieri si sono dimessi e hanno promosso una raccolta firme per chiedere al presidente Pesenti la convocazione di un’assemblea straordinaria dei rappresentanti delle scuole materne bresciane associate perché si «proceda con la disanima di quanto accaduto a Brescia in questi mesi».
È così che la severa delibera della Fism nazionale - che il 17 maggio chiedeva anche all’organismo provinciale di prendere le distanze dal suo vicepresidente - viene recapitata a tutti i rappresentanti legali delle 257 scuole associate della nostra provincia. È il 4 settembre scorso. Un inizio anno scolastico rovente.
Verifiche
Luigi Morgano, 72 anni, è stato ai vertici nazionali Fism dal 1992 fino al 2021 quando, per una manciata di voti, ha visto sfumare la sua rielezione. Il suo successore sulla poltrona più alta della Federazione italiana scuole materne, Giampiero Redaelli, il 12 novembre dell’anno scorso informa il suo Consiglio nazionale - convocato in seduta straordinaria - «dell’esistenza di più conti correnti e di operazioni finanziarie, anch’esse di ingenti valori, non autorizzate e naturalmente non inserite in bilancio».
La presa di distanza della Fism è netta: «Questi fatti - si legge nelle note della presidenza - sollevano evidentemente importanti questioni di ordine morale». Il diretto interessato ieri ha preferito non commentare. Restano le accuse, pesanti: Oltre al «personalismo» nell’utilizzo dei fondi, ci sono anche le questioni «del rapporto di fiducia con i componenti degli organi di governo della Federazione a tutti i livelli, nazionale, regionale e territoriale... l’autenticità dei rapporti con le autorità civili e religiose e il rapporto di fiducia tra la Fism e le scuole federate».
La lettera
Passano i mesi. Revisori dei conti e uffici legali cercano di ricostruire la contabilità «parallela». A maggio, a tutti i membri del consiglio direttivo della Fism Brescia giunge l’informativa - firmata dal nuovo presidente nazionale Redaelli e dal coordinatore del Consiglio nazionale Dario Cangialosi - con la quale si precisa che le contestazioni a Morgano e al suo tesoriere Zanfisi «tradiscono espressamente il mandato della Federazione, un organismo che nasce nel 1973 su promozione della Conferenza episcopale italiana con l’obiettivo di sostenere le famiglie nell’educazione cristiana e morale dei propri figli».
Per questo - spiegano i firmatari - il Consiglio nazionale ha deliberato la presa di distanza dai presunti comportamenti di Morgano e di Zanfisi «come stanno emergendo nel corso della gestione sotto la loro responsabilità». Ecco perché il 12 maggio il Consiglio incarica la stessa presidenza nazionale di procedere alla presa di distanza da Morgano anche a livello della Fism provinciale, così come consentito dallo statuto. Insomma, se Brescia non agisce in autonomia, lo faccia Roma d’autorità «considerata la pericolosità delle azioni per la vita stessa della Federazione e della sua capacità performativa e rappresentativa nelle realtà locali». Nonché «la chiara immoralità delle azioni compiute e l’impatto reputazionale che ne consegue per tutti i componenti del consiglio nazionale e degli organismi che, a cascata, ne discendono sul territorio. Risulta chiaro - prosegue la nota che giunge a Brescia il 17 maggio - che siano necessarie azioni per impedire che la Federazione venga indebolita nella credibilità sua e di tutte le persone e i professionisti che hanno offerto e offrono il loro contributo ogni giorno».
Quelli rintracciati nel corso delle verifiche che la Fism nazionale ha avviato internamente - coinvolgendo nella fase iniziale anche la Guardia di Finanza - sono una serie di operazioni finanziarie che, stando alle prime ricognizioni, avrebbero un peso plurimilionario. Da capire l’origine di quei fondi e la loro destinazione, perché quel «conto corrente con una somma così ingente di denaro, non destinata in modo trasparente alle finalità istituzionali e dunque alla sopravvivenza delle scuole» pesa come un macigno sull’intera vicenda.
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