Lombardia 2023: c’è chi «punta» sul duello Rolfi-Del Bono

C’è chi dice che Matteo Salvini, da oltre due mesi a questa parte, «non a caso» bazzichi a Milano più del previsto, arrovellandosi sulle mosse da mettere a segno (nella capitale lombarda, ma anche nei territori che preparano la marcia verso il voto del 2023). C’è chi dice che il leader del Carroccio è impigliato in quella che è stata battezzata come «la guerra delle due Leghe»: quella moderata di Governo, con a capo Giancarlo Giorgetti, e quella di lotta della quale lui stesso è ed è sempre stato il Capitano. Nel mezzo, il rebus Fratelli d’Italia, un partito che sta crescendo a vista d’occhio anche nei Comuni, dove continua ad arruolare seguaci (a Brescia anche la ex consigliera forzista Mariachiara Fornasari ha da poco sottoscritto la tessera). Dalla Loggia alla Lombardia (entrambe al voto nel 2023) i partiti iniziano insomma a sentire «l’ansia da prestazione». La esorcizzano con la frase di rito «è presto, manca un anno e mezzo», ma la verità è che dietro le quinte, dal centrodestra al centrosinistra, dal Comune alla Regione, tutti sono già in movimento. Non altrettanto tutti, però, hanno ancora deciso e capito verso quale direzione muoversi.
A Milano. Proprio in casa Lega si inizia a ragionare sul post Fontana. Non a caso più di qualche nome - rigorosamente della squadra di Salvini - inizia a circolare, quasi a voler sfatare il mito della candidatura che tutti si aspettano: quella della vicepresidente Letizia Moratti, volto della campagna vaccinale e vicinissima a Silvio Berlusconi. E allora ecco i nomi dei papabili candidati per il centrodestra, una quaterna che vede protagonista anche un bresciano: Fabio Rolfi, oggi seduto sulla poltrona dell’assessorato all’Agricoltura e che, in casa nostra, nel capoluogo, i suoi alleati vedrebbero invece come il candidato sindaco ideale per «strappare» la Loggia al decennale dominio del centrosinistra. Se però così fosse, se Rolfi venisse cioè davvero incoronato per la corsa a Palazzo Lombardia, il 2023 potrebbe aprire uno scenario interessante e consumare a Milano quel duello politico nel quale, fino al 2018, molti hanno da un lato sperato e che altrettanti - dall’altro - hanno invece scongiurato fino all’ultimo. Non è infatti un segreto che il sindaco Emilio Del Bono, esaurito il secondo mandato, è tra i candidati in pole per la corsa al Pirellone. Se entrambi ricevessero l’imprimatur dei partiti e decidessero di mettersi davvero in gioco, la corsa per la Lombardia sarebbe tutta bresciana.
La Lega però ha altri tre nomi nella scacchiera: in primis quello dell’on. Massimo Garavaglia, oggi ministro del Turismo; quindi quello dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi e, infine, c’è il capogruppo della Lega al Senato: Massimiliano Romeo.
In città. A livello locale entrambe le compagini attendono che sia la controparte a svelare la prima mossa e a fare uscire alla luce del sole il nome del candidato scelto per tentare di prendere il testimone di Del Bono. E se qualcuno nel centrodestra inizia a pensare alle primarie, nel centrosinistra la strada di una candidatura più civica - ideale per non innescare rivalità interne - non sembra ancora esclusa. Anche se chi cerca di tirare le fila nell’ombra non ha dubbi: la «carta vincente» si chiama Laura Castelletti, che però non sembra aver ancora ceduto al corteggiamento. Nel frattempo, qualche novità è attesa in Consiglio comunale. Dopo l’addio di Giovanni Acri (FdI) che vedrà a fine mese l’ingresso di Giangiacomo Calovini, sembra che anche Mattia Margaroli (attualmente Gruppo Misto) si stia sempre più convincendo ad aderire al partito di Giorgia Meloni. Un’operazione, questa, legata a una posta in gioco: il ruolo da capogruppo e, proprio per questo, destinata a consumarsi non nell’immediato ma più facilmente scavalcata l’estate. Se Margaroli infine dirà «sì», con tre consiglieri FdI diventerebbe a tutti gli effetti il secondo gruppo d’opposizione dopo la Lega. Guardando in casa Pd, invece, sembra che Anita Franceschini saluterà l’Aula per motivi non politici ma personali. Al suo posto, dunque, dovrebbe subentrare il segretario cittadino dei Dem, Tommaso Gaglia, mentre la presidenza della Commissione Ambiente potrebbe essere affidata alla regia del consigliere Roberto Omodei, la cui preparazione e la cui affidabilità non sono passate inosservate.
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