L’omaggio alla Stele, Castelletti: «Quel 28 maggio c’ero e ricordo tutto»

La prime ore istituzionali tra ricordi, incontri al mercato e Festa della musica delle scuole
L'omaggio di Laura Castelletti alla stele delle vittime della Strage di Piazza della Loggia - © www.giornaledibrescia.it
L'omaggio di Laura Castelletti alla stele delle vittime della Strage di Piazza della Loggia - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo la firma, Castelletti ha voluto fermarsi davanti alla Stele in ricordo delle vittime della strage di piazza della Loggia «non solo per la vicinanza al 28 maggio, lo ritengo un gesto doveroso anche per la continuità educativa e di trasferimento di valori importanti per le giovani generazioni» ha spiegato la sindaca. Che nel luogo simbolo di Brescia, sul bordo della piazza, si è quasi commossa: «Mi sono emozionata molto perché il 28 maggio del 1974 mio padre è venuto a prendermi a scuola, alla Foscolo, e mi ha portata proprio in piazza Loggia. Ricordo tutto di quella giornata».

Impegno

Tra le bancarelle del mercato del sabato mattina, incastrate nella manciata di metri che separano il Palazzo dalla Stele, più di qualche cittadino si è fermato a stringere la mano alla sindaca, congratulandosi con lei. Che, poco dopo, si è fermata come aveva annunciato venerdì, alla Festa della musica delle scuole: «L’attenzione ai giovani e il tema dell’educazione a noi sta molto a cuore e sarà uno degli impegni chiave di questo mandato». Uno, non l’unico: «Le nuove generazioni ci stanno chiedendo di dare grande attenzione all’ambiente, alla transizione climatica e ai temi dell’ecologia e questo noi faremo: la sfida di diventare Capitale green europea va proprio in questa direzione. Così come promesso in campagna elettorale, poi, oltre che della sostenibilità ambientale, ci dedicheremo in particolare alla sostenibilità sociale, concentrandoci sulle fragilità e cercando ad esse risposte nuove».

Responsabilità

«C’è l’emozione di trovarsi a occuparsi in primissima persona di una città bellissima e complicata» ammette Castelletti che, dopo dieci anni da vice, ancora non si è abituata del tutto a sentirsi chiamare sindaco. «Sento da un lato la responsabilità delle cose belle e appassionanti della città e, dall’altro, la grande responsabilità nei momenti di difficoltà perché il sindaco è sempre un punto di riferimento: questo l’ho visto in particolare anche nell’esperienza della pandemia». 

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