Loggia 2023, Santanchè alla Lega: «Candidato sindaco non deciso»

Lo ripete più volte: «Non è una questione di nomi, ma di metodo». Ribadisce che di veti non ce ne sono («figurarsi, ci mancherebbe!» per citarla testualmente), che tutto è possibile e che di tutto si può parlare, un’intesa è insomma possibile. Una sola cosa però, di certo, non è disposta a farla passare liscia: «Le prevaricazioni no, non le accetto».
La voce è quella della senatrice e coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia Daniela Santanchè e il messaggio, dritto come un fuso, è per gli alleati leghisti. La reazione arriva tempestiva, all’indomani del congresso cittadino del Carroccio durante il quale il suo collega, Fabrizio Cecchetti, braccio destro di Matteo Salvini, ha scandito al microfono che «la Lega rivendica totalmente la possibilità di esprimere il candidato sindaco, perché Brescia non è una scacchiera». A fargli eco, poi, era stato il coordinatore cittadino, Michele Maggi: «La posta in gioco - ha detto - non è mai stata più importante di questo momento».
Già. E non a caso neanche 24 ore più tardi arriva il cartellino giallo di Fratelli d’Italia. «La Lega dà per scontato chi debba essere il candidato sindaco di Brescia e a che partito debba appartenere: non posso essere d’accordo. Siamo nel centrodestra, in alleanza: prima di fare dichiarazioni sarebbe bene parlare con gli alleati».
Santanchè rivendica insomma un posto paritario al tavolo del centrodestra per confrontarsi a carte scoperte e chiama in causa anche gli azzurri: «Non abbiamo mai parlato del candidato sindaco di Brescia a livello regionale né con Cecchetti né con Forza Italia e credo che ci si debba confrontare per individuare il candidato migliore: anche FdI ha delle personalità ottime per poter competere e avere la possibilità di vincere». Un moto d’orgoglio? «No, una questione di metodo. Brescia è una città molto importante: il centrodestra deve assolutamente riconquistarla».
Chi siano questi candidati del partito di Giorgia Meloni pronti a rendersi disponibili per la corsa in Loggia, però, resta un mistero: «Faremo i nomi al tavolo del centrodestra» taglia corto la senatrice. Anche se non sfugge che molti esponenti del partito bresciano - del suo, non della Lega - già tifino (e neppure troppo segretamente) per l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. «Ripeto: noi vogliamo solo individuare il candidato migliore, non abbiamo nulla di personale contro Rolfi che è una bravissima persona. Magari il candidato sarà della Lega, non dico di no, ma in questa fase potrebbe essere anche di FdI o di FI: il punto è che non lo decide un partito della coalizione da solo, imponendolo».
Un terreno fertile per un’intesa, insomma, c’è. Ma serve rispettare le formalità e i passaggi di coalizione. «Fare delle fughe in avanti non va bene per nessuno, i bresciani dovrebbero vedere compattezza assoluta nel centrodestra. Certo che se la Lega parte con questo metodo, la vedo difficile che possa poi ottenere il candidato». Su un punto, però, l’intesa c’è già: il fattore tempo è essenziale. «Non si deve arrivare all’ultimo. Subito dopo le Amministrative del 12 giugno propongo di sederci al tavolo e di discuterne. Anche se di solito chi perde tempo non è mai FdI: noi siamo pronti, ci siamo».
Un discorso, questo, che vale anche per la corsa bis (che pare ormai scontata) di Attilio Fontana in Lombardia: «Bè, vedremo...» spinge sul freno la coordinatrice regionale. «L’uscente lo abbiamo anche noi in Sicilia, si chiama Nello Musumeci: quello che chiediamo è reciprocità. Noi siamo sempre per mantenere i patti».
Con questi presupposti, e al di là dell’ordinario braccio di ferro di coalizione, la trattativa potrebbe essere più semplice di quanto sembri. E, sempre che vada in porto la ricandidatura di Musumeci in Sicilia, potrebbe suonare così: il bis di Attilio Fontana in Lombardia alla Lega per la Sicilia targata FdI. A quel punto la stessa equazione potrebbe riguardare la Loggia: Brescia alla Lega, dopo che su Milano a giocarsi la corsa era stato Luca Bernardo.
Santanchè non nega, comunque, che a Brescia un po’ di caos nel partito ci sia: «È sempre stata una situazione un po’ particolare» dice, assicurando che «la prossima settimana si definirà la segreteria provinciale». Al momento in pole per raccogliere il testimone del senatore Gianpietro Maffoni ci sarebbe Diego Zarneri, ma sul tavolo ci sono anche i nomi di Simone Zanetti e del capogruppo in Consiglio provinciale Daniele Mannatrizio.
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