Loggia 2023, Manzoni: «Per una città sostenibile bisogna guardare oltre un’elezione»

Il vicesindaco in pectore del centrosinistra: «Serve un piano organico per la Brescia di domani»
Laura Castelletti e Federico Manzoni
Laura Castelletti e Federico Manzoni
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ll percorso politico che nel Pd l’ha portato ad essere il candidato vicesindaco è stato lungo, ma oggi Federico Manzoni, assessore comunale uscente alla mobilità, è in campo in tandem con Laura Castelletti nella corsa per mantenere il governo della Loggia.

Come sta vivendo il non essere candidato in lista?

Diciamo che è un’esperienza nuova: sono sempre stato abituato a raccogliere le preferenze e ho iniziato a farlo nel 2003 quando sono stato eletto per la prima volta in Consiglio comunale e poi ho continuato a farlo nelle elezioni del 2008, 2013 e 2018. Questa nuova condizione mi sta aiutando nel poter essere al servizio di tutto il Pd, tanti candidati mi hanno chiesto una mano che ora posso dare in maniera molto più disinteressata e super partes.

Il programma della Castelletti è molto ampio. Lei a cosa guarda con maggiore attenzione? 

All’idea di Brescia sostenibile. A fare la differenza è l’approccio, quindi non è una questione di marketing né tanto meno una questione di green washing; piuttosto è una questione di sostanza: le scelte di oggi devono essere scelte in grado di non ipotecare in senso negativo il destino delle generazioni future. Lavoriamo perché questa città sia in crescita, abbia nuove opportunità e non si rassegni ad alcuni trend come il calo demografico e l’invecchiamento. Sono processi che non si sbloccano per decreto ma con un piano organico: ad esempio lavorare per una città universitaria e per la prima infanzia significa voler essere attrattivi per giovani coppie che scelgono la città per la qualità dei servizi che offre. Questo si collega ad un secondo aspetto quello di una città che vuole continuare ad avere un ruolo nel solco della grande trazione pedagogica bresciana e che si declina in molti ambiti, dall’editoria alla scuola per l’infanzia e all’insegnamento.

Quello che lei prospetta è un piano di lungo periodo che passa anche per progetti infrastrutturali come il tram. 

Mi piace pensare che questo sia il volto nobile della politica, quella che non guarda solo alla prossima elezione ma anche alla prossima generazione, come avrebbe detto De Gasperi.

Da cattolico maturo impegnato in politica come vive le differenti posizioni valoriali nella coalizione?

Non vedo approcci granitici all’interno della coalizione e su certi temi c’è una grande pluralità e trasversalità di visione. Ciò detto rivendico due aspetti: qui si tratta di governare la città non siamo in Parlamento a legiferare su temi eticamente sensibili. Secondo, al di là delle differenze che ci sono e sarebbe anche stupido negare, c’è una visione della città improntata allo sviluppo sostenibile e alla ricerca del bene comune. È una visione di città nella quale si possono sentire a proprio agio sia coloro che hanno una fede religiosa sia coloro che una fede religiosa non ce l’hanno; sia coloro che sono cattolici sia coloro che non lo sono.

Che valutazione dà del centrodestra?

Il nostro competitor sapendo che siamo a Brescia tenta di accreditarsi come un candidato civico e moderato, ma sappiamo che ha una sua connotazione politica chiara. Che non sia particolarmente moderato lo dimostra il fatto che a differenza di cinque anni fa alla sua destra non ha concorrenza. Cinque anni fa a destra della Vilardi c’erano tre candidati sindaci, oggi questo genere di concorrenza non c’è più, anzi una parte non solo di quell’elettorato, ma anche di quegli attori stanno dentro la sua coalizione e sono impegnati in prima persona come candidati, chi in Fratelli d’Italia chi in altre liste.

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