Loggia 2023, il Pci per Lucà: «Con noi risposte vere e concrete»

Analisi concreta della situazione politico sociale a Brescia per dare risposte ai bisogni. Questa la ragione del sostegno al candidato sindaco
IL PCI APPOGGIA LUCA'
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Partire da un’analisi concreta e «veritiera» della situazione politico-sociale a Brescia, per cercare di dare risposte ai bisogni concreti dei cittadini, a cominciare da chi non si sente più rappresentato e lo dimostra, in termini di disaffezione alla politica. Questa la premessa che ha unito M5s, Pci e Unione popolare nel comune sostegno ad Alessandro Lucà, candidato sindaco per Loggia 2023.

«La nostra alleanza costituisce una novità che non ha ancora seguito in ambito nazionale – sottolinea Lamberto Lombardi, segretario Pci Brescia –: vogliamo dare un contributo per affrontare il disagio profondo di tanta parte della popolazione. Nell’entusiasmo della propaganda, facendo leva sull’anno della cultura, si arriva ad affermare che Brescia è anche capitale della salute e dell’ambiente, quando invece sappiamo essere capitale degli incidenti sul lavoro e della malattie ambientali. Brescia va "liberata" dal record di vittime per infortuni, puntando su tecnologia e innovazione, senza ulteriore consumo del territorio e valorizzando le nostre tradizioni secolari».

Molti, sostiene Lucà, i nodi nascosti sotto il tappeto in questa campagna elettorale, dall’inceneritore alla Caffaro al degrado delle periferie: «Siamo orgogliosi di avere inserito nel nostro programma l’argomento dell’antimafia, di cui nessuno si occupa, mentre la Lombardia è la quarta regione per infiltrazioni mafiose. Brescia ha beni confiscati alla mafia e ci sono imprese in mano alla criminalità organizzata. Il Comune non deve sostituirsi alla magistratura, ma pensiamo che il nuovo sindaco debba aprire gli occhi, istituire una commissione antimafia ed uno sportello per denunciare le situazioni».

Uno dei motivi a «far scendere in campo» Lucà, imprenditore e scrittore, è stato quanto verificatosi alle ultime elezioni regionali, dove il 47% dei bresciani non è andato al voto. Ora «siamo punto di riferimento per i bresciani stanchi di due coalizioni che parlano la stessa lingua. La politica bresciana si è ridotta negli ultimi 20 anni ad una serie di slogan e ha ignorato i problemi reali».

Lucà tocca, fra le altre, anche le tematiche della casa («centinaia di appartamenti sfitti e centinaia di famiglie che avrebbero diritto e restano in attesa»), di suolo e ambiente («si dovrebbe nominare una commissione di ricerca indipendente che ci dia una volta per tutte i numeri bresciani»).

La voce dei giovani è portata da Daniele Abastanotti, della Fgci giovanile: «Anche noi siamo presenti nella lista Pci. I giovani spesso vengono esclusi, ma abbiamo molte proposte, tra cui l’idea di utilizzare l’area della Caffaro per creare nuove aziende a partecipazione pubblica e privata, con l’università, anche per tamponare la fuga dei talenti».

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