Loggia 2023: FdI tiene ma arretra, la civica Rolfi equivale Lega e Forza Italia

Il partito della Meloni dal 24% delle Politiche al 16,4% delle Comunali è sceso in campo tardi
Fabio Rolfi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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La strategia di Fabio Rolfi ha pagato a metà. Certo sconfitto, ma premiato almeno per quella idea di civismo di centrodestra: la sua civica (il cui coordinamento è stato affidato a Viviana Beccalossi) è arrivata fino all’11,69%, ovvero terza forza politica in città. L’inizio della corsa alla Loggia dell’ex assessore regionale all’Agricoltura era stata costruita proprio all’insegna dell’impianto civico, quasi a sfidare sul suo campo Laura Castelletti.

In questo percorso sono poi nate altre due liste: quella più giovane e di impostazione smart, Brescia Davvero (che si è fermata all’1,37%), e quella con una serie di figure storiche della politica bresciana, da Cavalli al transfuga di Italia viva Galperti, Viva Brescia, inchiodata all’1,23%. Queste due civiche non avranno eletti, mentre la civica Rolfi ne ottiene 4 e presumibilmente uno dei quattro scranni in Loggia sarà proprio riservato a Rolfi. L’esperimento, quindi, di quello che è stato ribattezzato «centrodestra urbano» può proseguire proprio grazie a questa lista che ha sicuramente tolto voti alla Lega, partito d’origine del candidato sindaco del centrodestra. 

Assente

Proprio sui partiti tradizionali ci sono le note dolenti. Perché se Rolfi ha provato ad impostare una prima fase di campagna sul civismo, ad un certo punto è mancato il sostegno politico dei partiti. A partire da quello della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che fino ad una settimana dalla presentazione delle liste in Comune non aveva dato il via libera ufficiale alla corsa dello stesso Rolfi.

Quasi che Fratelli d’Italia si fosse accontentato del risultato delle Politiche con il 24,1% e quello comunque delle Regionali appena sotto il 20% (precisamente il 19,26%): forse, pragmaticamente, un partito che si è trovato ad avere la primazia del centrodestra con quello che deve essere considerato come un voto d’opinione (le Politiche) e ha beneficiato del traino per la Lombardia, aveva già valutato quel 38% del Pd alle Regionali come un segnale premonitore. Certo la Meloni è venuta a Brescia per la chiusura della campagna elettorale e FdI avrà quattro consiglieri in Loggia, ma il partito è ancora in fase di costruzione soprattutto se si pensa alla classe dirigente. 

Gli altri

Molto più preoccupante il risultato della Lega e di Forza Italia. Il partito di Matteo Salvini è passato dal 24% delle Comunali del 2018 con 7 consiglieri comunali, al picco delle Europee con il 35,36%, per poi crollare al 10,3% delle Politiche di settembre, l’11% delle Regionali ed infine un tragico 7,5% di questa tornata amministrativa. I consiglieri comunali saranno solo due: Massimo Tacconi e la deputata Simona Bordonali. Un risultato che deve far riflettere il Carroccio che in queste ultime due settimane ha portato in città il suo «capitano», Matteo Salvini, per bene quattro volte, tra improvvisate ai gazebo, visite personali a Rolfi (con cui c’è un legame che risale ai tempi dei giovani padani), fino alla parata del primo maggio con tutti i ministri e alla chiusura al Morato insieme alla premier.

Un campanello d’allarme suona anche per Forza Italia che riesce ad entrare in Loggia con un solo consigliere (erano due gli uscenti). Il partito forzista sta lentamente arretrando, per non dire scomparendo, dalla città: il risultato del 3,86% colpisce se si pensa che esattamente dieci anni fa a Brescia il partito che sosteneva al tempo la riconferma (poi mancata) di Adriano Paroli aveva ottenuto il 14,4%. Il 6,94% alle Regionali aveva fatto sperare gli azzurri, ora sarà necessario ripartire. Resta un dato finale: la Civica Rolfi è all’11,69%, Lega e Forza Italia insieme si fermano all’11,44%.

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