L’ira dei pendolari: «Tavoli di confronto in ritardo di due anni»

Ai ritardi sono ahiloro abituati. Ma un ritardo di due anni è davvero inaccettabile per chiunque. Così, dopo la protesta dei giorni scorsi sotto le finestre di Palazzo Lombardia, i pendolari hanno preso carta e penna e hanno inviato una nuova lettera ai vertici di Regione e Trenord.
La richiesta? Convocare al più presto i «tavoli di quadrante» nei quali poter discutere, dopo ben 24 mesi, dei problemi delle varie linee. «Come a voi noto - scrivono rivolgendosi al governatore Attilio Fontana e alla presidente Federica Santini - secondo la prassi consolidata e dettagliata nell’articolo 28 del Contratto di servizio con Trenord, sono previste due sessioni annuali di tali tavoli di confronto, da tenersi per ognuno dei quattro quadranti geografici di riferimento in cui è stato suddiviso il territorio regionale».
Senonché «l’ultima sessione di detti tavoli si è tenuta nel novembre 2019» e da allora «Regione Lombardia e Trenord non hanno adempiuto a quanto previsto neppure con modalità da remoto». I problemi però nel frattempo non sono affatto diminuti, rimarca Giancarlo Bontacchio del comitato bresciano Sbiancalafreccia, che sottolinea anche che le consultazioni sono obbligatorie, come stabilisce la legge del 24 dicembre 2007.
«Si fa presente - conclude la missiva - che agli scriventi non sono state comunicate altre modalità con le quali Trenord e Regione intendono assolvere pienamente all’obbligo di consultazione o come intendono assicurare la possibilità per ogni singolo cittadino di presentare osservazioni e proposte in merito all’adeguatezza dei servizi erogati».
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