L’insostenibile pianerottolo della spiacevole vicinanza

In un condominio di Catania la convivenza si era fatta da tempo impossibile, un incubo l'attesa di fronte all’ascensore
Sul cappellino, la scritta "Ama il tuo vicino"
Sul cappellino, la scritta "Ama il tuo vicino"
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Ho sempre guardato con diffidente ammirazione alla mielosa rappresentazione dei rapporti di vicinato americani, quella rappresentazione (vista solo nei film non essendo uomo di mondo) che vuole i neo residenti in un quartiere accolti da teglie di lasagne e torte fatte in casa. Premettendo che raramente mangio cibi cucinati da estranei, e mai e poi mai le lasagne (per tradizione familiare sono molto selettivo su questo fronte), per non parlare delle torte (amo soltanto quelle riccamente farcite di frutta), sempre i film (o telefilm, Desperate housewives per citare il più sontuosamente rappresentativo delle perfidie di quartiere) ci mostrano poi che, dopo il primo incontro sulla soglia di casa, raramente i rapporti evolvono in modo idilliaco. Certo, a volte si raggiungono vette incredibili.

In un condominio di Catania la convivenza si era fatta da tempo impossibile, un incubo l’idea di doversi ritrovare in attesa di fronte all’ascensore. Ma ad un certo punto la vita con l’orecchio alla porta per verificare i movimenti di quegli altri si era fatta insopportabile, ed ecco allora l’idea, ennesima testimonianza della creatività italica. Una famiglia decide di risolvere il problema alla radice: non si entra più dal portone. Quindi nottetempo appare una scala a chiocciola che dalla strada porta direttamente sul balcone. La soluzione perfetta hanno pensato questi, incuranti dell’occupazione abusiva del suolo pubblico. Di diverso parere i carabinieri che si sono presentati alla porta di casa, senza lasagne.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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