L'inaugurazione dell'Anno Giudiziario: è emergenza da codice rosso

Gli interventi dal Palazzo di Giustizia di via Lattanzio Gambara di Brescia tra i nodi critici anche il settore giovanile
  • A Palazzo di Giustizia l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario
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A Palazzo di Giustizia di via Lattanzio Gambara la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario ha permesso di tracciare un quadro dell’andamento della giustizia nel distretto.

«Alcuni dati che emergono rispetto all’attività degli uffici giudiziari denotano un quadro preoccupante di disagio sociale, di difficoltà di integrazione, di strati di popolazione in crescente difficoltà». Lo ha detto il presidente della corte d’appello di Brescia Claudio Castelli nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a palazzo di giustizia. «Nonostante viviamo in una delle parti del Paese più ricche e produttive abbiamo una realtà disomogenea con più società che a volte non riescono neppure a comunicare tra di loro e a capirsi e per le quali non abbiamo adeguati strumenti ed interventi di prevenzione, di sostegno, di coesione». Castelli ha poi aggiunto: «un primo dato preoccupante che emerge è quello relativo all’aumento di una serie di reati, furti, rapine, truffe, maltrattamenti, di cui almeno una parte tipici della marginalità sociale».

Il settore minorile

Nella sua relazione annuale durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte di appello di Brescia Claudio Castelli si è soffermato sul settore minorile, «dove - ha detto - si riversano difficoltà sociali, fragilità sanitarie, dipendenze, scarsa integrazione». Secondo i dati nel distretto di Brescia «non esistono gang minorili, ma i reati risultano in aumento di oltre il 20% e - viene spiegato - un segnale sulla gravità dei comportamenti viene dal settore penale con le 88 richieste di misure cautelari contro le precedenti 53 del 2021, con l’aumento dei provvedimenti che hanno adottato la misura carceraria, 34 rispetto 19 dell’anno scorso, il collocamento in comunità, 30 contro cinque. Ciò deriva - ha spiegato Castelli - dalla sempre maggiore precocità e tolleranza generale all’uso di sostanze stupefacenti, di alcol, e alle conseguenze che ne derivano soprattutto sul piano clinico, nonché i pesanti effetti collaterali della pandemia sulla situazione psicologica dei minori e la loro attuale scarsa tolleranza alle frustrazioni che può degenerare in reato».

I reati da codice rosso

«I reati da codice rosso continuano a costituire un’autentica emergenza la loro sempre maggiore emersione è l’unica via però per poter sperare di debellare il fenomeno». Lo ha detto il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della corte d’appello di Brescia. «La risposta giudiziaria non può che essere ispirata al massimo rigore, in particolare - ha aggiunto - quando reati sono commessi in danno di donne ovvero di soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità».

Stando ai dati sono cresciuti sia i reati di stalking, da 430 a 491, così come i delitti contro la libertà sessuale, dai 235 del 2021 ai 282 del 2022. Crescono anche i delitti di pornografia minorile, passati da 81 a 101 fascicoli e i delitti di detenzione di materiale perdo pornografico, da 78 a 94 mentre calano i delitti di prostituzione minorile.

Il procedimento relativo a Massimo Cellino

Era già stata stampata evidentemente prima dell'ultimo pronunciamento della Cassazione. Nella relazione annuale presentata all'inaugurazione dell'anno giudiziario della corte d'appello di Brescia, tra i risultati ottenuti nell'ambito dei reati economici viene citato il procedimento relativo a Massimo Cellino, presidente del Brescia calcio al quale l'estate scorsa erano stati sequestrati beni mobili e immobili per 59 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta su reati fiscali. «È in corso l'amministrazione giudiziaria del patrimonio» viene spiegato nella relazione. Giovedì però la Cassazione ha annullato senza rinvio il maxi sequestro al presidente del Brescia Calcio che aveva presentato ricorso.

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