L’imprenditore vicino alla ’ndrangheta con «amici» in divisa

Le indagini hanno messo in luce legami alimentati da regali costosi mirati ad ottenere dei favori
L’operazione Scarface è stata illustrata a Palazzo di Giustizia - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
L’operazione Scarface è stata illustrata a Palazzo di Giustizia - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
AA

Ci sono i biglietti per assistere allo stadio di Torino alle partite di Champions League della Juventus, ma anche quelli per il concerto di Beyoncé a San Siro. E poi un fine settimana in Sicilia da 422 euro gentilmente offerto e anche un viaggio aereo per tornare nel Bresciano in occasione di una festività.

«Rapporti particolari». Nelle 2.092 pagine di informativa che i carabinieri hanno depositato sul tavolo della Procura per l’inchiesta Scarface, un capitolo è più delicato di altri. Il settimo, che riguarda l’imprenditore Francesco Mura e rapporti con pubblici ufficiali, uomini delle forze dell’ordine e magistrati, costruiti a suon di regali o di «gesti di cortesia» come li chiama Mura. Il 41enne nato a Asti, ma residente ad Erbusco, proprietario di alcune reti televisive nel Cremonese ora sotto sequestro, arrestato domenica notte insieme ad altre 13 persone, è ritenuto il riferimento del gruppo che avrebbe riciclato milioni di euro attraverso il gioco del Lotto, acquistando con soldi sporchi i tagliandi delle vincite, grazie alle indicazioni di alcuni gestori di ricevitorie, facendosi poi registrate la vincita e quindi ufficialmente pagare dai Monopoli di Stato così da incassare denaro alla luce del sole. La Procura gli contesta anche l’aggravante di stampo mafioso perché lo considera legato a Giuseppe Pangallo, membro della cosca della ’ndrangheta Barbaro-Papalia, dal quale avrebbe ricevuto anche centomila euro in contanti per evitare il fallimento di una delle sue società. Tra oggi e domani i principali coinvolti saranno interrogati dal gip Alessandra Sabatucci.

Nel frattempo emerge che in tre anni di indagine i carabinieri hanno messo sotto i riflettori anche i legami che l’imprenditore è riuscito a costruirsi con pubblici ufficiali. Ci sono decine e decine di intercettazioni telefoniche con ufficiali e sottoufficiali dell’Arma dei carabinieri passati dalla caserma di Chiari, ambiente che Mura ha frequentato «con inconsueta e anomala frequenza» come dimostrano pedinamenti e fotografie agli atti. Uomini in divisa che Mura pare governare a suo piacimento.

Rapporti. Tra i suoi «rapporti particolari» come li definiscono gli inquirenti, non ci sono quindi solo l’ex comandante della Stradale di Chiari, Sergio Motterlini, e il carabiniere Nicola Firrarello, accusati di corruzione e raggiunti dal provvedimento di sospensione della funzione di pubblico ufficiale. «Mura nel corso degli anni è riuscito ad instaurare e consolidare rapporti di amicizia con vari esponenti delle forze dell’ordine» scrivono i carabinieri nell’informativa, aggiungendo che «questi rapporti sono sempre stati coltivati con l’unica finalità di sfruttarli ogni qualvolta se ne fosse presentata la necessità per i suoi tornaconti personali». Emerge anche il legame con un magistrato della Procura al quale regala i biglietti per assistere, insieme, alle gare della Juventus. Il sostituto procuratore viene immortalato dai carabinieri che stanno indagando, il 27 settembre 2017, giorno di Juventus-Olympiakos e il successivo 18 ottobre, per Juventus-Sporting, quando si incontra con Mura e un carabiniere di Chiari per andare tutti insieme allo stadio di Torino con i biglietti offerti dall’imprenditore che viaggiava su Maserati Levante. Foto e commenti su Facebook sono stati allegati all’informativa. I pubblici ufficiali citati ad oggi non risultano indagati, ma viene ritenuto quantomeno inopportuno avere come «amico» una persona, Mura appunto, già gravata da precedenti penali e già stato in carcere. Un ufficiale dell’Arma, che accetterà i biglietti per sé e la compagna per il concerto di Beyoncé a San Siro nel luglio 2018, secondo chi indaga è ben consapevole di chi sia Mura, avendo per due volte chiesto informazioni al sistema del Ministero dell’Interno. «Ma ha comunque costruito un solido rapporto» viene scritto in informativa. Tanto che a gennaio 2018 Mura vorrebbe addirittura fare entrare il militare «con una piccola quota in una società che produce canapa legale». L’operazione non andrà a buon fine perché il militare viene trasferito. È lo stesso carabiniere che accetta di farsi pagare un viaggio aereo a novembre 2018 o un soggiorno in Sicilia che solo all’ultimo disdice per un impegno istituzionale. E che addirittura aiuta Mura e il suo avvocato a scrivere un ricorso contro il sequestro delle armi disposto nei confronti del 41enne.

Tornaconto. Nell’informativa dei carabinieri che hanno indagato anche sull’operato dei loro colleghi si legge: «Mura ha agito per tornaconto personale da intendersi anche nel costante aggiornamento sulle indagini in corso così da comprendere ed agire di conseguenza in caso di attività che avrebbero potuto individuarlo come terminale bresciano della ’ndrina Barbaro- Papalia, attiva nel Milanese».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato