Liberalizzazioni, le reazioni bresciane

Le categorie coinvolte non condividono le novità che potrebbero essere introdotte con il decreto Salva Italia
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Sconcerto e perplessità unanime. Il fronte bresciano, composto dalle diverse categorie "investite" dalle novità del decreto, sembra compatto nel dichiararsi preoccupato in vista dei possibili cambiamenti.

COMMERCIANTI - Contrari all'avvenuta liberalizzazione di orari e aperture di negozi ed esercizi commerciali. La categoria è pronta a contrastare in tutti i modi l'applicazione del decreto Monti "Salva Italia", già convertito in legge alla fine di dicembre, in vigore dal 2 genaio. A spaventare soprattutto la mancanza di regole nella gestione degli orari di apertura. Gli operatori si chiedono quale sia l'utilità di spalmare gli orari sulle 24 ore. Molti sostengono che si tratti di un favore fatto ai centri commerciali e alle grandi catene che possono permettersi di tenere sempre aperto. Inutile poi sottolineare quanto la norma possa influire negativamente sulla vita privata dei lavoratori.

BENZINAI - "Un provvedimento che va studiato nei dettagli, perché siamo da tempo abituati a vivere di titoli di giornali che poi non si traducono in vere riforme". E' la posizione di Fabbio Baitelli, responsabile di Confesercenti per il settore benzinai. C'è però da registrare anche la speranza di Patrizia Sbardolini, presidente bresciano della Federazione autonoma benzinai, che auspica che la bozza possa liberalizzare davvero il mercato della rivendita di benzina. Si tratterà di capire come i gestori, che solo in piccola parte sono proprietari degli impianti, potranno accedere al mercato all'ingrosso dei carburanti e se davvero potranno avere un'offerta multimarca nel loro impianto. Infine una precisazione non da poco: "La liberalizzazione non porterà ad abbassare il prezzo della benzina per i consumatori perché l'80% di ciò che si paga è tassazione statale".

TAXISTI - Hanno già promosso lo sciopero del 23 gennaio, come a dire che loro, i taxisti italiani non ci stanno. Ma già da oggi l'agitazione potrebbe farsi sentire come a Milano, Roma, Napoli, anche a Brescia. La misura di Monti non va giù. I taxisti bresciani che operano sul territorio sono 103. Per loro "raddoppiare le licenze significherebbe distruggerebbe il mercato". Bocciata anche l'idea della cancellazione della territorialità delle licenze. Ad oggi, secondo i dati della cooperativa Taxi Brixia, ogni taxista in turno ha una media di una chiamata ogni 40/50 minuti.

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