L'esercito che vuole il pane e le rose

Greta Thunberg ha bucato l’indifferenza della nostra società-struzzo che per troppo tempo ha tenuto la testa sotto la sabbia
Greta Thunberg - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Greta Thunberg ha bucato l’indifferenza della nostra società-struzzo che per troppo tempo ha tenuto la testa sotto la sabbia. Ogni venerdì, con i suoi «scioperi scolastici per il clima» ha avviato un nuovo Illuminismo e con l’accorato appello alle Nazioni Unite ha dato voce a quanti comprendono che l’ambiente non può più aspettare.

Di lei oggi parlano tutti, giornalisti, politici, gente comune e dello spettacolo più o meno illuminati. Non tutti i commenti sono stati edificanti, una giornalista avrebbe voluto investirla con l’auto, altri con allusione maliziosa hanno definito «gretini» i suoi sostenitori. La considerano troppo di tutto, troppo giovane, troppo determinata, troppo paffutella per non essere mortificata.

Essendo affetta dalla sindrome di Asperger è fuori anche dagli schemi consueti, però le sue parole indirizzate ai governanti scoccano potenti e precise, come la freccia di Ulisse che attraversa gli anelli delle dodici scuri. Il rimprovero verso gli adulti coinvolge quanti oggi si stracciano le vesti per non aver compreso quanto fosse semplice ottenere il consenso popolare.

Gli stessi che liquidano come populismo ciò che si sta realizzando, dimenticando che si è originato nel «crogiolo» umano meno abbiente, quello che subisce gli effetti più drammatici del cambiamento climatico. Il richiamo a urgenti regole ambientali e a consumi sostenibili di una ragazzina con le trecce è diventato il manifesto della Comunità globale ecologista, una sorta di moderna «Magna Carta» che se venisse osservata porrebbe fine a secoli di cieca noncuranza.

L’esercito della Terra sorto in difesa dell’acqua e dell’aria, composto da legioni di persone che chiedono «il pane e le rose» ha mescolato in un sentimento superiore ideologie e credenze religiose, producendo sul sistema un effetto farfalla moltiplicatore il cui «batter d’ali in Brasile può provocare un tornado in Texas». Greta è stata segnalata per il Nobel della Pace, ma il suo vero riconoscimento è dentro la mobilitazione eterogenea che oggi riempie le strade e le piazze, compiuta dai «sanculotti» della rivoluzione ambientale armati di ramazza, mossi da una nuova coscienza globale che si schiera in favore di Gaia, la nostra Madre Terra dissanguata e agonizzante.

Come nel compimento di una parabola, nelle parole e nell’animo puro di una adolescente con il «disturbo dell’attenzione» forse è stata riposta la grazia che trova cura e salvezza per il nostro Pianeta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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